La Polizia di Stato ha arrestato il cittadino albanese K.I., (classe 1992) per rientro nel territorio dello Stato senza una speciale autorizzazione del Ministero dell’Interno. Nella serata del 22 Ottobre scorso, personale della D.I.G.O.S. della Questura di Catania ha arrestato il predetto K.I., per aver violato le disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione, avendo fatto rientro sul territorio italiano nonostante l’espresso divieto imposto dal Prefetto.
Lo stesso, infatti, era stato destinatario di espulsione dal Prefetto di Catania il 24 Settembre 2018 e, a seguito del contestuale ordine di accompagnamento alla frontiera emesso dal Questore di Catania, in data 26 Settembre 2018, era stato tradotto alla frontiera aerea di Tirana. Nel provvedimento prefettizio era espressamente previsto il divieto di reingresso nel Territorio Nazionale Italiano e nell’area Schengen per i tre anni successivi all’allontanamento dallo Stato ma, grazie all’attività informativa condotta sul territorio dalla locale D.I.G.O.S. il K. è stato individuato in territorio di Santa Venerina (Ct).
Il cittadino albanese, al momento del controllo, ha esibito al personale un regolare passaporto rilasciato dal Governo albanese lo scorso 31 Maggio 2019 con cognome italiano ma nome straniero. La circostanza ha destato subito sospetto agli investigatori della DIGOS che, soltanto la precisa conoscenza del contesto nel quale stavano operando consentiva loro di smascherare l’ingegnoso, quanto semplice, escamotage attuato dal K. nel tentativo di eludere il dispositivo prefettizio emesso a suo carico.
K., invero, avendo contratto matrimonio in Albania il giorno precedente all’emissione del documento con una cittadina italiana, ne ha acquisito il cognome sostituendolo al proprio, così come previsto dalle leggi vigenti in quello Stato. Munito del nuovo passaporto ha quindi fatto illegale rientro sul territorio italiano il 9 Giugno scorso attraversando la frontiera terrestre slovena di Starod, dopo essere transitato dal Montenegro e dalla Croazia. Agli investigatori è apparso fin troppo chiaro il disegno appositamente architettato al fine di eludere i controlli di frontiera e poter fare ingresso in Italia, giungendo in Sicilia attraverso un tragitto alquanto farraginoso ed anomalo, considerato che il percorso più breve sarebbe quello via mare, effettivamente compiuto appena tre giorni prima dalla moglie, che aveva raggiunto casa separatamente, in maniera decisamente molto meno complicata. La figura di K.I. era emersa all’attenzione poiché la D.I.G.O.S. di Catania aveva accertato ch’esso aveva inviato al proprio fratello dal proprio apparecchio cellulare due video di esecuzioni capitali alquanto cruente nonché delle foto che lo ritraevano con armi da caccia ed in parte travisato. L’arrestato, su disposizione del P.M. di turno della locale Procura della Repubblica, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza in attesa del giudizio direttissimo previsto per la data odierna. (foto di repertorio)
fonte – https://questure.poliziadistato.it/Catania/articolo/13025db15f4ae2cb5469665724