Dalla guerra alla top ten delle mete più ambite, l’ascesa della Liberia

La Liberia, un Paese tra i più poveri al mondo, uscito solo nel decennio scorso dalla guerra civile, è stata inserita da Lonely Planet nella “top ten” delle destinazioni turistiche da visitare nel 2020. “E’ una terra lussureggiante, verde e vibrante – si legge sul sito della casa editrice della guida australiana – che nonostante le ferite del passato è un posto fantastico dove viaggiare, pieno di speranza ed energia”. La scelta della redazione australiana ha sorpreso molti. Durante il conflitto, combattuto tra il 1989 e il 2003, erano state uccise più di 250mila persone. In anni più recenti la Liberia è stata colpita dall’epidemia di ebola. A causa della diffusione del virus, scuole e uffici erano stati chiusi anche nella capitale Monrovia. I tempi però sono cambiati e l’elezione a “top destination” sembrerebbe premiare gli sforzi di tanti liberiani per rendere il Paese di nuovo accogliente. Nel 2011 l’attivista Leymah Gbowee e l’allora presidente Ellen Johnson Sirleaf sono state insignite del premio Nobel per la pace per il loro impegno per la ricostruzione. Dal gennaio 2018, poi, il Paese è guidato da George Weah, ex campione del Milan nonché primo Pallone d’oro africano. Tante le destinazioni di valore dal punto di vista turistico, dalle spiagge incontaminate in riva all’Oceano Atlantico ai laghi e alle foreste. Nella “top ten” della Lonely Planet, d’altra parte, ci sono anche altri due Paesi africani: il Marocco e l’Eswatini, nuovo nome dello Swaziland, piccolo regno al confine con il Sudafrica.

Fonte: Agenzia – www.dire.it

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