Tre degli indagati sono già stati condotti presso la Casa Circondariale “Cavallacci” di Termini Imerese, il quarto, si trova agli arresti domiciliari presso le propria abitazione, mentre per gli altri tre indagati notificata la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, nonché dell’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria; l’ottavo indagato infine, un diciottenne, che però all’epoca dei fatti era ancora minorenne, si trova presso il carcere minorile “Malaspina” di Palermo.
L’attività investigativa, iniziata nel Dicembre 2017 e terminata nell’Aprile 2018 condotta dai Carabinieri della Compagnia di Misilmeri e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, attraverso pedinamenti e servizi di osservazione, ha consentito di documentare numerosissimi episodi di spaccio al dettaglio di hashish da parte degli indagati nei confronti di altrettanti ragazzi, molti dei quali pure minorenni. Gli incontri tra cliente e spacciatore, erano generalmente preceduti da una breve telefonata con la quale veniva stabilito il luogo dell’appuntamento che veniva fissato quasi sempre presso una sala giochi o presso la piazza Fontana Nuova di Misilmeri. Gli indagati, per fare riferimento allo stupefacente per telefono, utilizzavano dei termini convenzionali come “croccantini”, “cose marroni”, “lenticchie”, “quelle cose”, “pigiamini”, ecc.