Ripepi: Pare che AVR non solo non paga i dipendenti, ma utilizza solo il 40% dei mezzi, perché l’altro 60% è fuori uso

Per tenere pulita la città, presto al personale AVR rimarrà solo la bacchetta magica. Con un parco macchine ridotto all’osso, più della metà dei mezzi inefficienti e privi di adeguate riparazioni, infatti, sperare che il territorio possa sembrare “Oslo” o lontanamente ambire alle cittadine svizzere, rimane un sogno ad occhi aperti.

A denunciare questa gravissima criticità è un dipendente che con molta onestà si è recato in Procura per esporre la gravità di quanto si sta consumando, nel silenzio dell’Amministrazione che dovrebbe vigilare affinché il servizio di igiene ambientale venga adeguatamente espletato. Pare che i mezzi che circolano, che sono meno della metà dei mezzi indicati nel capitolato d’appalto, abbiano seri problemi nell’impianto elettrico frenante e da molti mesi non vengono lavati e bonificati. “Mi recherò nei prossimi giorni in Azienda per incontrare i vertici Avr e verificare quanto denunciato dal dipendente.  Se quanto denunciato dovesse essere vero – continua il Consigliere Ripepi – la situazione sarebbe gravissima, ai limiti della revoca del contratto”.

Ma ormai nulla stupisce più. Basta guardarsi attorno per accorgersi che Reggio sta diventando una pattumiera a cielo aperto, in una lotta impari con i cumuli di monnezza abbandonata da chi rimane restio a regolarizzare la propria posizione, ma anche  con le inefficienze del sistema: raccolta porta a porta che avviene, in alcuni casi, a singhiozzo; gettare una carta mentre si è in centro può trasformarsi in una lunga maratona alla ricerca di un cestino, o in una sfida di equilibrismo con i pochi esistenti i quali-era stato promesso-attendono di essere sostituiti da un pezzo. Per non parlare della pulizia delle caditoie, impossibile da effettuare senza l’autospurgo: alle prime forti piogge autunnali, Reggio rischia seri danni, se non peggio.

Con uno stipendio pagato ogni tre mesi, l’umore dei 400 lavoratori Avr, già costretti ad operare ai limiti con gli scarsi mezzi, è molto teso e le proteste dei giorni scorsi sotto Palazzo San Giorgio sono la punta dell’iceberg del sistema che rischia di trasformarsi in una bomba ambientale e sociale. Pare anche che l’AVR non retroceda alle finanziarie il quinto dello stipendio trattenuto ai dipendenti e che non vengano versati nel fondo pensione i contributi per il tfr.

Per il sindaco Falcomatà invece, occupato a pianificare le possibilità di un suo secondo mandato, va tutto bene. Anzi, pare che la soluzione a tutto sia – a detta del primo cittadino- “internalizzare i servizi” e forse-chissà- trasformarli in ufficio collocamento. Quel che sappiamo è che in queste condizioni Reggio annaspa e quanto prima lo farà sommersa dai suoi stessi rifiuti, vittima delle scellerate inadempienze di questa amministrazione a conduzione PD. La città merita servizi che funzionino, alla base di tutti gli altri progetti di crescita che dovrebbero contribuire al suo sviluppo economico e sociale. Seguiremo e daremo battaglia anche su questo ennesimo fallimento della Falcomatà&Co.

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