«In recenti dichiarazioni il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Francesco Boccia ha sostenuto che il Ponte sullo Stretto è un’opera secondaria e che il Sud ha bisogno di strade e reti fognare ed in particolare ha dichiarato “vorrei arrivare a Messina, prendere un treno mediamente veloce e arrivare in un paio d’ore a Palermo. Inutile parlare del ponte. I siciliani chiedono prima le fogne, le infrastrutture adeguate”. Mi domando, però, se il ministro Boccia abbia valutato bene diversi fattori prima di lasciarsi andare a frettolosi commenti. Vorrei sapere se e come il Ministro intenda attuare il completo rifacimento della rete fognaria della Calabria e della Sicilia e dove siano o saranno inseriti i relativi finanziamenti; se e come il Ministro intenda attuare il completo rifacimento della rete ferroviaria della Calabria e della Sicilia e dove siano o saranno inseriti i relativi finanziamenti; se il Ministro intenda proporre un piano infrastrutturale straordinario per il Sud; come il Ministro intenda procedere nel senso della richiesta di autonomia differenziata, proveniente da alcune regioni, senza acuire il divario già esistente fra il Settentrione ed il Meridione d’Italia». Il Senatore forzista Marco Siclari, dopo aver ripreso immediatamente il Ministro Francesco Boccia sulla priorità che la mega infrastruttura del Ponte sullo Stretto dovrebbe avere, ha deciso di depositare formale interrogazione parlamentare per comprendere se il ministro abbia chiaro il quadro della situazione al Sud o se le sue dichiarazioni fossero frutto d’improvvisazione poiché «considerato il ruolo strategico che riveste il Ministero di cui si occupa, chiamato a disegnare la c.d. autonomia differenziata ed a colmare il divario Nord/Sud del Paese, le dichiarazioni rese appaiono gravi e seriamente lesive delle possibili occasioni di sviluppo del Meridione, tra l’altro contraddicendo il piano infrastrutturale annunciato dal Presidente del Consiglio Conte – si legge nell’interrogazione – dalla nota di aggiornamento al DEF, presentata il 30 settembre, tuttavia non vi è traccia né delle grandi opere al Sud, né delle piccole opere che ella definisce prioritarie e quindi emerge il dubbio che il Mezzogiorno possa essere nuovamente illuso con promesse non mantenute, specialmente ora che è iniziato il percorso della c.d. autonomia differenziata che, se non bilanciato da uno straordinario programma di sviluppo infrastrutturale del Mezzogiorno, rischia di acuire l’enorme divario esistente nel Paese, fra regioni ricche e regioni povere, sancendo una secessione di fatto dell’Italia; per la crescita dell’intero Paese, la priorità assoluta deve essere data al Ponte sullo Stretto e all’Alta Velocità al Sud, opere infrastrutturali che riguardano 7 milioni di cittadini siciliani e calabresi, oltre il 10% della popolazione italiana: soltanto realizzando le infrastrutture e le grandi opere al Sud, il paese smetterà di camminare a due velocità, ed il Sud, impoverito dalle politiche assistenziali degli ultimi decenni, avrà finalmente giustizia e vivrà il suo riscatto morale, economico e occupazione che permetterà anche la ripresa economica di tutto il Paese».