Clima. Coldiretti: addio a 2 mln di mucche, pecore e capre

(DIRE) 27 Set. – Due milioni di mucche, maiali, pecore e capre sono scomparsi dalle fattorie italiane negli ultimi dieci anni anche per effetto del surriscaldamento che ha inaridito i pascoli, ridotto la disponibilita’ di foraggio, tagliato la produzione di latte nelle stalle colpite dal moltiplicarsi dei colpi di calore estivi e aumentato i costi per garantire il benessere degli animali in condizioni climatiche piu’ difficili. E’ quanto emerge dal Rapporto Coldiretti su ‘Sos Clima per l’agricoltura italiana’ diffuso al Villaggio Contadino di Bologna dove e’ stata inaugurata l’Arca di Noe’ dell’agricoltura italiana con gli animali, le piante e i prodotti della fattoria Italia minacciati dai cambiamenti climatici in occasione del terzo sciopero mondiale per il clima, con giovani agricoltori giovani e studenti assieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Stalle, ricoveri e ovili si sono svuotati con la Fattoria Italia che nell’ultimo decennio ha perso – sottolinea la Coldiretti – solo tra gli animali piu’ grandi, circa un milione di pecore, agnelli e capre, oltre a 600mila maiali e piu’ di 100mila bovini e bufale. Un addio che – precisa la Coldiretti – ha riguardato soprattutto la montagna e le aree interne piu’ difficili dove mancano condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori. Con gli animali sono scomparsi anche i pascoli e i prati e il risultato e’ che negli ultimi 25 anni e’ andato perso oltre un quarto della superficie agricola (-28%), secondo un’analisi Coldiretti su dati Ispra, e, con esso, la capacita’ di assorbire le emissioni inquinanti. Basti dire che a causa del consumo di suolo agricolo si perde ogni anno la possibilita’ di assorbire quasi 300mila tonnellate di carbonio. L’addio ai terreni causa poi l’infiltrazione di milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, non sono piu’ disponibili per la ricarica delle falde aggravando la pericolosita’ idraulica dei nostri territori. Ma con la chiusura delle stalle cala anche la produzione di letame e liquami indispensabili per fertilizzare i terreni e alla base dell’agricoltura biologica con l’Italia che – riferisce la Coldiretti – detiene la leadership europea in termini di numero di aziende.

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