(DIRE) 26 Set. – La decisione presa ieri sera dalla Corte Costituzionale, che ha ritenuto, nell’attesa di un indispensabile intervento del Legislatore, ‘non punibile ai sensi dell’articolo 580 del Codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli’ va, come e’ ovvio, applicata senza se e senza ma. Parola di Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) che torna, a un giorno di distanza, sull’argomento. “Come medici, e prima ancora come cittadini, ci atterremo alla sentenza, cosi’ come ci atterremo alla Legge, che auspichiamo arrivi celermente a fare chiarezza, e ai principi del Codice di Deontologia medica, che sono in ogni caso coerenti con quelli costituzionali- spiega Anelli- Quello che chiediamo e’ di poter continuare a fare i medici, cosi’ come abbiamo sempre fatto. Medici che hanno il dovere di tutelare la vita, la salute fisica e psichica, di alleviare la sofferenza, nel rispetto della liberta’ e della dignita’ della persona umana. Per questo chiediamo al Legislatore che sara’ chiamato a normare questa delicatissima materia di sollevarci dal compito finale, affidando l’estremo atto, quello della consegna del farmaco, a un ‘pubblico ufficiale’, a un funzionario individuato per questo ruolo- conclude- Sicuramente noi medici non ci esimeremo da quello che e’ il nostro, di compito, la vicinanza e il sostegno a chi soffre e alla sua famiglia, sino al confine estremo”. (Comunicati/Dire) 16:11 26-09-19