(DIRE) 17 Set. – Sono chiamati “mganga” e nell’arcipelago pare siano circa 2mila. Di certo, molti di piu’ sono i loro pazienti, affetti da malanni vari, dalle ernie alle depressione, ma fiduciosi nei poteri taumaturgici di erbe e infusi. A Zanzibar, al largo della Tanzania, e’ il momento dei guaritori tradizionali: si sta costituendo infatti un albo ufficiale, con l’obiettivo di uniformare pratiche e migliorare standard.
Dell’iniziativa, prevista in realta’ da una legge approvata gia’ nel 2009, il Traditional and Alternative Medicine Act, hanno riferito in questi giorni testate locali e internazionali. In molte ricostruzioni si calcola che il governo abbia finora riconosciuto lo status di circa 340 “mgangas”. A dare il via libera all’iscrizione nel registro statale e’ un consiglio composto da 11 membri, del quale fanno parte ostetriche, guaritori rispettati, saggi di villaggio e avvocati. Tra i prerequisiti per il riconoscimento dello status figurano l’obbligo della maggiore eta’, almeno tre anni di pratica e una raccomandazione da parte di un “mganga” riconosciuto.
La linea del governo della Tanzania e delle autorita’ locali sarebbe quella di collaborare con i guaritori, senza imporre pratiche e modalita’ di intervento ma cercando di assicurare il rispetto di standard minimi, a cominciare dalle piante utilizzate. In molti casi gli “mganga” uniscono all’impiego delle erbe la lettura di versi del Corano e le invocazioni dei jinn, spiritelli dai poteri sovrannaturali citati nelle scritture, per lopiu’ maligni ma capaci di improvvise benevolenze.
(Vig/Dire) 18:50 17-09-19