«Bene ha fatto il Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza Marziale ad evidenziare incresciosi fatti legati all’assenza di assistenza ad alunni disabili per l’autonomia e la comunicazione, vere e proprie violazione di diritti inalienabili garantiti a livello costituzionale ed internazionale. Non possiamo che plaudire questa denuncia e dichiararci disponibili ad ogni iniziativa comune a difesa dei più piccoli e dei più deboli».
Così il Garante Metropolitano per l’Infanzia e l’Adolescenza Emanuele Mattia si schiera a fianco del suo omologo regionale alla luce del mancato sostegno a piccoli disabili nelle scuole della Calabria.
«In tutta la Regione sono pochissimi i comuni che hanno garantito sin dal primo giorno di scuola questo tipo d’assistenza. Dopo aver varcato i cancelli, molti bambini non sono potuti entrare nelle proprie aule. Questo nonostante per tutta l’estate si sia sollecitato il reclutamento di apposite figure formate. Concordo con il mio omologo regionale: è inutile parlare di ristrettezze economiche davanti a diritti fondamentali come quello allo studio, fra l’altro nei confronti dei bimbi più deboli. I municipi reggini e calabresi pensino in altre circostanze ai vincoli di bilancio. E, oltre a trovare volontà di agire ed ancora prima di informarsi su materie come queste troppo spesso dimenticate o addirittura disconosciute, inoltre, cerchino di sbrogliare le matasse burocratiche che bloccano o fanno partire in forte ritardo tali procedure» sostiene il Garante Metropolitano.
«Marziale annuncia che, previo ricorso dei genitori, chiederà ai Tribunali amministrativi regionali la nomina di un commissario ad acta col compito di procedere alla nomina degli assistenti, supplendo all’assenza dei comuni. E solleciterà mamme e papà alla richiesta di risarcimento danni. Come Garante, insieme al resto dell’Ufficio Metropolitano per l’Infanzia e l’Adolescenza, siamo pronti a supportare questa battaglia, così come la richiesta ai prefetti delle cinque province di intervenire per risolvere questa situazione nei comuni inadempienti. Perché i diritti dei più piccoli, come quello allo studio, sono da difendere ad ogni costo, figuriamoci quando in ballo ci sono quelli dei bimbi più deboli. Senza dimenticare l’attenzione alle rispettive famiglie» è la conclusione di Mattia.