Comando Provinciale Brescia
La Guardia di Finanza, Nucleo P.E.F. di Brescia, coordinata dalla Procura di Bergamo, con un’indagine lampo ha arrestato, cogliendolo in flagranza presso la sua azienda sita in Bergamo, un usuraio mentre ritirava (con gli interessi indebiti) la somma prestata alla propria vittima. L’indagine si è sviluppata in cinque giorni. Il 3 Luglio u.s. un cittadino si è presentato presso gli uffici del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Brescia. Il soggetto era particolarmente teso e impaurito. Pertanto, i militari lo rassicuravano e questi riferiva di essere vittima di usura ed estorsione da parte di un imprenditore bergamasco e di un albanese. In particolare, a fronte di un prestito di poche migliaia di euro ottenuto l’anno precedente, resosi necessario in seguito a difficoltà finanziarie, l’usuraio aveva intimato addirittura la cessione dell’abitazione a saldo del debito residuo, lievitato in maniera esponenziale a causa degli elevatissimi interessi applicati, con un tasso superiore al 50%. Per convincere il debitore a saldare quanto pattuito, l’imprenditore italiano aveva ingaggiato anche un soggetto albanese, pregiudicato, al quale aveva affidato il compito di minacciare il malcapitato per recuperare il credito con ogni mezzo. Il denunciante rivelava, altresì, che l’estortore non si era limitato a intimargli pesanti conseguenze, ma si era finanche recato sotto casa per prelevarlo e condurlo presso l’usuraio.
Data la gravità e l’attualità dei fatti denunciati, considerato il rischio per l’incolumità fisica del denunciante e della sua famiglia, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Bergamo, il Nucleo P.E.F. – G.I.C.O. di Brescia dava immediato avvio alle indagini. Raccolte tutte le informazioni necessarie e rilevato che quanto denunciato era suffragato da ulteriori elementi di riscontro, la polizia giudiziaria in data 08 Luglio u.s., a soli cinque giorni dalla ricezione della denuncia, monitorava un ulteriore incontro tra usurato e usuraio, finalizzato alla consegna di un acconto di 10.000 euro in contanti. In tale occasione, i militari procedevano all’arresto obbligatorio in flagranza dell’usuraio italiano, per i reati di usura ed estorsione, poiché intento a contare due mazzette di denaro appena consegnategli dalla vittima taglieggiata. Le contestuali perquisizioni consentivano altresì di rinvenire – oltre a documentazione comprovante l’attività di usuraio – in un garage nella disponibilità dell’imprenditore, denaro contante per oltre 130.000 euro e gioielli per un valore superiore a 100.000 euro. Il denaro e i gioielli, abilmente occultati all’interno di buste della spesa e pacchetti di caffè, sono stati sottoposti a sequestro. Contestualmente, altra pattuglia procedeva all’individuazione e al fermo d’iniziativa del soggetto albanese “longa manus” dell’imprenditore italiano, considerato il concreto pericolo di fuga del medesimo e di reiterazione delle minacce. L’estortore, peraltro, compiva la propria attività illecita nel medesimo periodo in cui stavo scontando una pena detentiva agli arresti domiciliari per altra precedente condanna per stupefacenti. L’operazione di polizia, dunque, si concludeva 5 giorni dopo la ricezione della denuncia con l’arresto e il fermo d’iniziativa dell’usuraio e dell’estortore, nonché con i citati sequestri. Entrambe le misure cautelari venivano convalidate dall’Autorità Giudiziaria competente.