Istat: Confesercenti, calo di fiducia preoccupante, rischio stop investimenti e consumi

Urgente definire una via d’uscita chiara dalla crisi

La crisi di governo e l’ombra della recessione spaventano famiglie e attività economiche. Il dato di agosto sulla fiducia restituisce un quadro di crescente preoccupazione per il futuro e diffuso pessimismo. In particolare tra le imprese, che nel 2019 hanno registrato, in media, i livelli di fiducia più bassi degli ultimi tre anni. Ma l’ondata di incertezza coinvolge anche i consumatori, e se non sarà risolta rischia di avere seri contraccolpi sulla domanda interna, sugli investimenti e sulle assunzioni.

Così Confesercenti sui dati Istat relativi alla fiducia di imprese e famiglie.

La maggior parte degli indicatori di fiducia di agosto segna un arretramento: il clima complessivo delle imprese vede un peggioramento di -2,3 punti, per il piccolo commercio la variazione è di -3,1 e perfino il turismo – nonostante la stagione estiva – subisce un calo di circa 3 punti, mentre i consumatori registrano una flessione di 1,5 punti. A pesare, in primo luogo, sono le anticipazioni negative sulla crescita dell’economia italiana, rese ancora più preoccupanti dall’instabilità politica e dalle incertezze sulla futura legge di bilancio, su cui pende la spada di Damocle degli aumenti IVA previsti dalle clausole di salvaguardia.

Per questo è urgente definire una via d’uscita chiara alla crisi: imprese e famiglie, in assenza di certezze, adotteranno un atteggiamento prudente rinviando politiche di investimenti e posticipando le spese. Il rischio è che l’incertezza si tramuti dunque in una nuova gelata dei consumi, che aggraverebbe ancora la condizione del piccolo commercio, che già vede sparire circa 14 imprese al giorno: un triste bilancio che potrebbe peggiorare ulteriormente per gli effetti del calo di fiducia. Una crisi strutturale, per cui abbiamo già chiesto di aprire un tavolo: serve un piano di rilancio per evitare che un pezzo importante della nostra economia sparisca per sempre. Non è un problema dei soli commercianti: la tradizionale rete di vendita aiuta a dare identità ad un luogo e rende maggiormente attrattive le aree urbane, per le quali è un settore economicamente significativo, che contribuisce a produrre reddito locale ed occupazione.

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