Comando Provinciale Ascoli Piceno
Sono quasi 5 gli anni in cui V.G., ascolano 74enne, pur non avendone titolo, ha beneficiato di due pensioni (di vecchiaia e di invalidità civile, quest’ultima a titolo di indennità di accompagnamento), per una somma di circa 80.000 euro. I titoli previdenziali, infatti, erano stati riconosciuti all’anziana madre ed incassati dal figlio dopo il decesso della medesima, avvenuto nel dicembre del 2014.
Il singolare caso è stato scoperto dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, che, nel corso delle analisi volte ad individuare potenziali illeciti relativi alle uscite di bilancio dello Stato, si è concentrato sulle posizioni di talune persone che, pur avendo avuto la residenza in provincia, dopo la loro dipartita erano state sepolte in località poste al di fuori del territorio piceno. Ed è proprio grazie a questa circostanza che è stata individuata l’anziana donna, deceduta all’età di 96 anni e, quindi, sepolta in un cimitero del Lazio; si è così scoperto che la stessa era “ufficialmente” ancora in vita e, come rilevato presso l’Anagrafe Tributaria, ancora in grado di godere appieno delle pensioni riconosciutegli in precedenza, percepite, infatti, sino a pochi giorni prima della scoperta del singolare episodio. Il figlio 74enne, peraltro, approfittando delle circostanze e nell’ottica di non destare sospetti, aveva mantenuto inalterate le utenze domestiche intestate alla madre.
Diversa la realtà dei fatti; i militari del Gruppo di Ascoli Piceno, infatti, attraverso una serie di dati incrociati tra gli archivi del Corpo, dell’Agenzia delle Entrate, degli Uffici d’Anagrafe e dell’I.N.P.S., hanno ricostruito l’intera entità delle indebite percezioni, rilevate in poco più di 1.600 euro mensili, individuando anche l’Ufficio postale che provvedeva alle relative erogazioni, denunciando, quindi, l’uomo alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno per il reato contemplato dall’art. 640-bis “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” del Codice penale.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, ha consentito non solo di interrompere immediatamente l’erogazione delle pensioni, ma anche di recuperare l’intero importo – circa 80.000 euro – di quanto indebitamente sottratto dalle casse dello Stato in tutti i mesi successivi al decesso della 96enne, grazie al decreto di sequestro preventivo subito emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Ascoli Piceno, che ha colpito il conto corrente gestito dal figlio, trovato ancora oggi cointestato con la madre. L’intervento delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ascoli Piceno conferma la costante attenzione che il Corpo rivolge al contrasto delle frodi in settori dall’elevato disvalore sociale, così contribuendo a garantire la disponibilità di adeguate risorse finanziarie in favore degli aventi diritto. L’operazione di servizio si inserisce anche nell’ambito del Protocollo d’intesa che la Guardia di Finanza, alla luce dell’attuale contesto, ha stipulato con l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale al fine di potenziare le azioni di prevenzione, ricerca e repressione delle violazioni inerenti al comparto della previdenza e dell’assistenza, che possono determinare nocumento al sistema economico-produttivo, comportando sprechi, cattive gestioni ed indebiti arricchimenti, con riferimento alla spesa pubblica nazionale.