“Scilla jazz festival 2019” profuma di Mediterraneo col guitar hero Antonio Onorato e “Alessandro La Corte Trio”

“Scilla jazz festival 2019” si anima nel pomeriggio con il concerto delle “Corde libere” e il dibattito sulle esperienze virtuose di Reggio, Milano e Palermo

C’è un mare che raccoglie in un grande abbraccio un universo di culture e di popoli. È il mar Mediterraneo il tema che caratterizza la terza edizione di “Scilla jazz festival”. E di questo grande bacino d’arte ieri sera al castello Ruffo gli spettatori hanno sentito forti  l’odore e l’impronta. Tre appuntamenti che hanno seguito questo filo conduttore hanno caratterizzato la seconda giornata dell’evento, tra musica e parole, insieme all’arte allo stato puro, al Castello Ruffo, dove prosegue “Viaggi. Mostra internazionale tra mito, natura, bellezza”, visitabile fino al 25 agosto. «È il primo concerto jazz che ho l’onore di presentare in questa terza edizione del festival». Queste le parole di un emozionato Francesco Barillà, direttore artistico del festival nel presentare “Alessandro La Corte trio”. Sul palco ci sono Alessandro La Corte al pianoforte, accompagnato da piacevoli ritorni: Aldo Vigorito al contrabbasso e Giampiero Virtuoso alla batteria.

È il pianoforte lo strumento su si giocano le armonie jazz di questa edizione di festival. Ad accarezzare e picchiare i tasti c’è Alessandro La Corte, un’esperienza quella maturata dal pianista salernitano al fianco di musicisti quali Tullio de Piscopo, Pino Daniele, Tony Esposito, Renzo Arbore, Julian Oliver Mazzariello, Carla Marciano, Alfonso e Sandro Deidda. Si parte con alcune sue composizioni originali tra cui “A Giuliana”, per poi cavalcare le onde di “Yesterday”. E il pubblico, che anche nella seconda serata del festival ha riempito il cortile dell’antico castello, gradisce a suon di applausi fino a esplodere d’entusiasmo per l’arrivo sul palco di Antonio Onorato, vero guitar hero, dal suono riconoscibilissimo. Ospite d’onore e ciliegina sulla torta, Onorato è uno dei pochi privilegiati musicisti italiani ad aver suonato al Blue Note di New York, storico tempio del jazz internazionale. Sono 24 gli album pubblicati, in 25 di carriera artistica di grande rilievo per il musicista eclettico che si muove dal jazz al rock, alla composizione per orchestra, abbracciando anche la world music in alcuni lavori discografici, come “Native Spirits”. Il suono, che aveva caldeggiato atmosfere nostrane grazie ai musicisti campani, si fa poi più spiccatamente mediterraneo con l’ingresso di Onorato. “Chi tene ‘o mare” di Pino Daniele prima e poi la composizione “From Napoli to Belo Horizonte” suonata nel disco con Toninho Horta, e poi “Arianova” con dedica al direttore Barillà. La chicca è la canzone “Arabsque”, eseguita da Onorato con la chitarra a fiato, uno strumento elettronico, una chitarra con le corde che non funziona senza la spinta del fiato. Applausi e bis, per una serata che rimarrà nel cuore degli amanti del jazz.

La serata in musica però si era aperta già nel tardo pomeriggio, nella piazzetta dello Spirito Santo, con il concerto delle “Corde libere”, quindici elementi, tra cui chitarre e mandolini, dirette dal maestro Alessandro Calcaramo, presentate da Francesca Laurendi. Una scelta del direttore artistico, perfettamente in linea con lo spirito del festival che tende ad affiancare i talenti di caratura nazionale ed internazionale ai giovani portatori di sani valori musicale del territorio. Attingendo dal repertorio della musica napoletana “Funiculi funiculà” e poi “Santa Lucia”, “Simme ‘e napule paisà”, il gruppo ha acceso la piazza affollata di turisti e residenti per poi coinvolgerli nelle danze irlandesi ed attraversare l’Oceano seguendo l’onda della canzone indiana. Apprezzato anche l’intermezzo dei “Triggitani”, tre musicisti reggini tra i quali il maestro Calcaramo alla chitarra insieme a Daniele Siclari sempre alla chitarra e al basso Enzo Baldessarro.

Prima del concerto jazz invece al castello Ruffo si è svolto un mini dibattito, moderato la giornalista Gabriella Lax, sul tema “San Gottardo Meda Montegani Social Street Milano: dal Digitale al Reale al Virtuoso; socialità, condivisione e gratuità per il bene comune”. Con il fondatore Fabio Calarco, Dominella Quagliata creatrice di VirtuosaReggio e Viviane Celestino di Occupy Ludotec. Tre esperienze di socialità, condivisione e inclusione a Milano, Reggio Calabria e Palermo, raccontate all’interno del festival, esperienze no – profit che mettono insieme energie costruttive, sulla scia di bisogni pratici. Calarco, ingegnere reggino trasferitosi a Milano ha creato “San Gottardo Meda Montegani”, «social Street mette in comunicazione e coinvolge i vicini di casa o di strada – ha spiegato – nascono così i gruppi di vicinato grazie al digitale, gruppi che poi si trasferiscono nel reale, nella quotidianità, laddove ci sono esigenze, bisogni o anche solo desiderio di compagnia e di scambio reciproco. Ci si occupa nel complesso dei problemi del quartiere. Social Street è un fenomeno che mette insieme condivisione, gratuità e solidarietà. La socialità è la prima cosa, poi attraverso il gruppo ci si occupa dell’ambiente, della pulizia, si favorisce l’incontro fra persone e professionisti, si da compagnia, aiuto e si riceve altrettanto. Abbiamo creato – ricorda Calarco – anche un Galateo Social, manifesto dell’educazione e della gentilezza sul social, che permette di usare i social in maniera consapevole». Nasce nel centro storico di Palermo, nel quartiere La Kalsa l’esperienza della Celestino, architetto. «All’inizio degli anni 2000 hanno cominciato a trasferirsi nuovi residenti che si sono aggiunti a quelli storici, per cui sono nate anche nuove esigenze, soprattutto per chi aveva bambini. Nel frattempo, nasce la Ludoteca comunale in seno ad una Villa giardino storica, della quale cominciano ad usufruire molte famiglie; e questo per diversi anni. Tuttavia la programmazione sul lungo periodo se è gestita dagli enti locali come il Comune, non sempre funziona. Nel momento in cui la ludoteca rischiava di chiudere è nato un movimento di genitori per mantenere attivo un servizio così importante per la comunità. Per 4 anni ci siamo portati dietro anche i figli, abbiamo occupato il comune, siamo scesi a manifestare. Abbiamo maturato anche un’esperienza di relazione con il sistema amministrativo e di gestione della cosa pubblica di fronte ad amministratori e tecnici incapaci, ai quali ci siamo sostituiti nelle pratiche e nella pratica. Il movimento è riuscito a difendere poi altre porzioni di territorio e l’esperienza in sé è divenuta anche pratica di lavoro per i vari professionisti che operano in altri quartieri fuori dal centro coi quali condividiamo un impegno di cittadinanza attiva.

A Reggio Calabria invece dall’esigenza di trovare «la bellezza a tutti i livelli nasce VirtuosaReggio – racconta la psicologa e psicoterapeuta Quagliata – insieme al bisogno di scovare gli eventi di nicchia (e non,) sul territorio. Un territorio sul quale e del quale siamo soliti lamentarci». Anche questa è un’esperienza all’insegna della gratuità «è un portale che prevede la collaborazione di tutti i cittadini per condividere eventi che potranno essere inseriti registrandosi alla pagina o grazie alla condivisione automatica di eventi che avviene dopo aver messo il “like” sulla pagina di VirtuosaReggio. Parte integrante del progetto è VirtuoNews, un raccoglitore di notizie virtuose».

Per la terza giornata doppio appuntamento anche oggi: si comincia alle 19 con il concerto alla piazzetta dello Spirito Santo della “Mediterranean Latin Soul Band” e si prosegue col grande jazz alle 22.30, al castello Ruffo,  con il concerto di Michael Rosen e Nicola Sergio, sax e pianoforte.

Foto di Marco Costantino

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