Nelle scorse ore, in Reggio Calabria ed in altre città del territorio nazionale, i Carabinieri del Comando Provinciale reggino hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emesse dal GIP del locale Tribunale, su richiesta della competente Direzione Distrettuale Antimafia diretta dal dott. Giovanni BOMBARDIERI, nei confronti di: L.F., nato a Tropea il 03.01.1968; C.A.M., nato a Reggio Calabria il 22.04.1971, detenuto nella casa circondariale di Reggio Calabria “G. Panzera”; DIVINO Davide, nato a Reggio Calabria il 01.12.1987; E.R., nato in Marocco il 18.04.1982; A.L., nato a Reggio Calabria il 07.12.1979; N.L. alias “MOUASSINE”, nato in Marocco il 27.01.1987; M.M. alias “POGBA”, nato in Senegal il 10.02.1987; C.G., nato a Reggio Calabria il 07.02.1979;
(arresti domiciliari): C.D., nato a Reggio Calabria il 14.08.1996; C.A., nata a Reggio Calabria il 07.07.1998; F.A.E., nata a Reggio Calabria il 28.05.1966; L.S., nata a Melito Porto Salvo il 12.07.1985; F.N., nato in Marocco il 18.12.1983; L.S., nato a Tropea il 08.02.1992; R.Y. alias “ITALIA UNO”, nato in Marocco il 20.06.1969;
ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, produzione traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, tentata estorsione, lesioni personali, riciclaggio, detenzione illegale di arma comune da sparo, mutilazione fraudolenta della propria persona. Il provvedimento cautelare scaturisce dagli esiti di un’attività di indagine condotta dalla Stazione Carabinieri di Reggio Calabria-Rione Modena e coordinata dal Sostituto Procuratore Gianluca GELSO, che ha permesso di accertare l’operatività di un’organizzazione criminale dedita al traffico e allo spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana, eroina e cocaina, talora anche per ingenti quantitativi, approvvigionata nella provincia di Reggio Calabria (in particolare, Sinopoli e Sant’Eufemia d’Aspromonte) e destinata alla commercializzazione nel capoluogo reggino.
In particolare, le investigazioni avviate dai Carabinieri a seguito dell’arresto in flagranza di L.F., risalente all’Aprile 2017, hanno permesso di accertare come gli indagati, al fine di organizzare in maniera più strutturata e sistematica lo spaccio di stupefacenti nel capoluogo, avessero individuato – in via 2 Settembre, quindi prossimo sia alla movida notturna, sia a diversi istituti scolastici – un locale nel centro di Reggio Calabria da ristrutturare e adibire a sala giochi e circolo ricreativo (con insegna “RANDOM”) in cui concentrare l’illecita attività di spaccio. Particolarmente utile si è rivelato il monitoraggio del locale, di fatto oggetto di ristrutturazione e utilizzato come temporaneo deposito della droga da smerciare, che ha permesso di comprovare una fiorente attività di spaccio avviata principalmente da C.A. e D.D., con cessioni concordate previo contatto telefonico da parte degli acquirenti abituali che si limitavano a fissare l’orario dell’incontro, essendo noti il luogo dello scambio e la “merce” da acquistare. Dal contenuto delle conversazioni captate dai Carabinieri, infatti, si ha contezza della partecipazione dei diversi indagati – ognuno nello svolgimento del proprio ruolo, con la “propria” clientela nelle diverse aree del tessuto urbano – all’organizzazione del traffico illecito: L.F., C.A.M. e D.D., veri e propri promotori del sodalizio, acquisivano la droga (cocaina, marijuana e, talvolta, eroina), ne organizzavano il trasferimento verso il capoluogo, il taglio e il confezionamento in dosi per la successiva cessione.
Nel complesso, sono stati individuati quali componenti della rete di spaccio gli indagati E.R., N.L. alias “MOUASSINE”, M.M. alias “POGBA”, A.L., R.Y., L.S., F.N., C.A., C.D., F.A.E. e C.G., che si occupavano di cedere in strada o presso le rispettive abitazione i quantitativi – anche significativi – di droga distribuita da C.A.M., D.D. e L.F..
Su tutti spicca, però, la figura di L.F., originario di Parghelia (VV) ma con lunghi trascorsi nel reggino, intenzionato a governare rigidamente la rete di spaccio, indispensabile a preservare il proprio “mercato”: nel corso delle indagini sono stati documentati numerosi episodi in cui L.F. ha aggredito o ha minacciato con una pistola i partecipi del sodalizio, perché insolventi rispetto alle “partite” di droga a loro assegnate. In un caso, in particolare, dopo aver disposto l’aggressione nei confronti di N.L. alias “MOUASSINE” – anche lui indagato e destinatario della presente misura – simulava un incidente stradale per giustificare le lesioni cagionate (giudicate guaribili in 30 giorni dai sanitari che lo hanno visitato), incassare il risarcimento dalla compagnia assicurativa e compensare, così, il debito vantato per la fornitura di cocaina e marijuana.
Inoltre, al fine di eludere le investigazioni, L.F., assieme al figlio S., ad A. e a D-, hanno ricercato persone compiacenti cui far attivare conti correnti bancari e carte prepagate, necessarie per custodire i proventi delle attività illecite; in ragione del carattere sistematico di tali condotte, L.F. e A.L. sono risultati pienamente coinvolti in ulteriori attività di riciclaggio, per le quali sono destinatari di misura restrittiva nell’ambito dell’indagine “FULLONES”, anch’essa eseguita oggi dall’Arma reggina. In altri casi, L.F. e il figlio S. hanno fatto sottoscrivere false dichiarazioni di prestito ad alcuni spacciatori dell’organizzazione, per giustificare il debito contratto per l’acquisto dello stupefacente, consumando pertanto anche ulteriori reati di estorsione e usura ai danni di taluni partecipi dello stesso sodalizio criminale.
Fra gli indagati, R.Y., accusato di numerosi episodi di spaccio, non è stato raggiunto dell’odierno provvedimento poiché espulso per motivi di sicurezza nazionale nel giugno 2017. Nel corso dell’attività sono state tratte in arresto in flagranza di reato 5 persone e sottoposti a sequestro 290 grammi di cocaina, 630 grammi di marijuana e 5.500 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio.
comunicato stampa – Carabinieri