Un ponte tra presente e passato dovrebbe legare la storia di Reggio Calabria ai suoi personaggi illustri. Una amministrazione attenta e con a cuore la salvaguardia e la tutela del patrimonio identitario storico-culturale della comunità che governa, avrebbe ideato o, quantomeno, patrocinato un evento in ricordo di Annunziato Bava, artista originario di Bagaladi (chissà se almeno questo comune si è ricordato di Lui) e simbolo verista del novecento calabrese, in occasione del 25° anniversario dalla scomparsa avvenuta a Reggio Calabria il 19 luglio 1994. Invece niente, Nunzio Bava anche lui nel dimenticatoio, come Diego, Annunziato e Tommaso Vitrioli. Forse queste eccellenze del mondo dell’arte e della cultura reggina “pagano” il fatto di essere stati protagonisti di iniziative organizzate da parte di “quelli che c’erano prima”. Infatti, nel settembre del 2006, in occasione del centenario dalla nascita del pittore Bava, le cui opere sono esposte nella nostra pinacoteca civica e in altre importanti pinacoteche italiane, l’amministrazione comunale guidata da Giuseppe Scopelliti, attraverso l’assessorato alla cultura diretto da Fabrizio Veneziano, organizzò una mostra al Castello Aragonese dal titolo “Nunzio Bava, una vita per l’arte”, facendo lì confluire 22 opere in possesso di altre istituzioni o collezionisti privati e 9 gigantografie di lavori realizzati nelle chiese di Reggio. Ci piace qui ricordare i versi con cui il curatore della mostra Emiliano Scappatura, ha voluto impreziosire la brochure dell’evento: “Bava rimane soprattutto il cantore di un’epoca e di una società; i suoi spaccati di vita calabrese: barche adagiate al sole del pomeriggio, contadini intenti in una lotta atavica con una terra avara o ritratti in un momento di riposo, casolari sperduti tra gli alberi in un sottofondo di silenzio sono colti nel loro hic et nunc: isole di tempo che permangono, innalzate a dignità artistica, a testimoniare un passato perduto di cui tutti ci sentiamo un po’ figli”.
Per questa amministrazione di centrosinistra, evidentemente, questi testimoni del passato culturale devono essere anche dimenticati. Altra protagonista di questi colpevoli vuoti di memoria storica e culturale è la famiglia Vitrioli, una tra le famiglie reggine più evocata, sia per l’immenso lavoro letterario prodotto dal latinista Diego e sia per il patrimonio di opere pittoriche realizzate da Annunziato e Tommaso. Qui le “dimenticanze” sono due, una celebrativa e l’altra (più grave) di natura amministrativa. La prima: il latinista Diego Vitrioli nacque il 20 maggio 1819 e, quindi, quest’anno nella ricorrenza del bicentenario dalla nascita ci saremmo aspettati una qualsiasi iniziativa per onorarne vita e opere. Invece, nulla di nulla, anche per Lui è calato l’oblio. Eppure la famiglia Vitrioli era stata molto generosa con la città: grazie ad un accordo siglato nel 2007 fra il comune e gli eredi dell’importante casato reggino (presenti il Sindaco Giuseppe Scopelliti, l’assessore ai Beni Culturali Antonella Freno e alcuni familiari), i tesori dei Vitrioli sono divenuti patrimonio della comunità reggina. Con questo accordo, sancito anche dalla delibera di G.C. nr. 591 del 14 dicembre 2007, sono stati donati alla città, libri, opere d’arte, collezioni numismatiche e archeologiche e mobili, appartenenti all’illustre latinista amico di Giovanni Pascoli, a cui si aggiunge il patrimonio pittorico composto complessivamente da 122 dipinti realizzati da Annunziato, dal figlio Tommaso e da altri 10 artisti. All’accordo del 2007 seguì, nel 2008, la mostra “La collezione Vitrioli. Memoria e Bellezza”, dove furono esposte 38 opere originali dei pittori Annunziato e Tommaso Vitrioli e il patrimonio letterario dell’insigne latinista Diego.
Questo grande patrimonio, che metteva insieme il lavoro di una vita di ognuno dei protagonisti, che assumeva un immenso valore artistico, storico e culturale per la città, oggi è stato colpevolmente dimezzato! E qui siamo al (secondo) fatto gravissimo: tutti i 122 dipinti il comune di Reggio Calabria li ha miseramente e definitivamente perduti! Il patrimonio pittorico della famiglia Vitrioli da qualche mese è ritornato ai proprietari originari. L’accordo siglato nel 2007 prevedeva un unico vincolo per l’amministrazione comunale: quello di sistemare e restaurare le opere, pena la restituzione dei beni. Mentre per i libri, le collezioni e i mobili, nel corso degli anni si è dato corso a quanto previsto da detto accordo, per i quadri vi sono stati lungaggini, ritardi e dimenticanze per le quali il restauro non è stato eseguito e, pertanto, nei mesi scorsi la famiglia Vitrioli ha chiesto al comune di rientrare in possesso di quel tesoretto di quadri. Con buona pace di “quelli che c’erano prima” e di quelli che verranno dopo ai quali è stato privato il piacere di poter godere ed ammirare un patrimonio artistico di tutto rispetto. Ma si sa, con la cultura non si mangia.
Giuseppe Agliano – Coordinatore “Reggio Futura”