A Catona Teatro, Venerdì notte è andata in scena Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni

Venerdì sera presso il Catona Teatro è stata in scena l’Opera “Cavalleria Rusticana”, un’opera in un unico atto di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga. una coproduzione tra Catona Teatro e International Theatre Center per la regia di Walter Manfrè Nel ruolo di Livio Remuzzi (Turiddu), Arianna Di Stefano (Santuzza), Barbara Gallo Lucia-(mamma di Turiddu), Orazio Alba(Alfio), Loredana Cannata (Lola) Grande affluenza di pubblico,le maestose scenografie sono state create da Federica Sorace e Beatrice Valenza studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria guidate dal prof. Marco Perrella e con il supporto degli altri allievi della scuola di scenografia. L’Atto si svolge in un paesino della Sicilia, nel giorno di Pasqua. L’Opera comincia con la voce di compare Turiddu che intona una serenata alla sua bella Lola, pur sapendo che durante il suo servizio militare, lei ha sposato Alfio. Tra la folla di paesani in festa compare anche Santuzza, l’attuale fidanzata di Turiddu. Sentendosi in una posizione quantomai complicata, Santuzza decide di chiedere consiglio a Lucia, la madre di Turiddu. Lucia afferma che Turiddu è andato a comprare il vino per la festa; quando Santuzza le controbatte che compare Turiddu è stato visto aggirarsi in paese, Lucia – temendo che qualcuno possa ascoltare le loro parole – la zittisce chiedendole di entrare in casa. Santuzza però rifiuta l’invito. In casa di Lucia arriva Alfio, venuto a far visita alla madre di Turiddu. Alfio le domanda del vino per la festa, Lucia ripete nuovamente che se ne stava occupando Turiddu. Alfio le replica di averlo visto quella mattina stessa, aggirarsi attorno alla sua casa. Appena Alfio esce di scena, Santuzza rivela a Lucia della relazione in corso tra Turiddu e Lola. Lucia, attonita, si rivolge alla Madonna per il peccato commesso da suo figlio. Entrano quindi in scena Turiddu, che bisticcia con Santuzza, e Lola che si attacca anche lei con Santuzza. Lola esce di scena per recarsi in chiesa; a questo punto la lite tra Turiddu e Santuzza diventa violenta. Quando Turiddu arriva ad usare violenza fisica su Santuzza, lei gli augura la malapasqua. Anche Turiddu alfine si reca in chiesa. Santuzza, profondamente ferita e amareggiata, svela ad Alfio la relazione in corso tra sua moglie e Turiddu. Finita la funzione, Turiddu si occupa di offrire vino ai paesani, con il secondo fine di passare più tempo in compagnia di Lola. Viene offerto del vino anche ad Alfio, ma questi lo rifiuta. Turiddu allora fa per abbracciarlo, come gesto distensivo; questo si rivela essere uno stratagemma per mordergli l’orecchio e sfidarlo quindi a duello. Ormai completamente ubriaco, Turiddu abbraccia la madre e le raccomanda di badare a Santuzza. La scena si chiude con urlo provenire dalla folla di popolani: “Hanno ammazzato compare Turiddu!”.

Ph – Federica Romeo

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