Alle prime ore della mattinata odierna, a conclusione di complesse ed articolate indagini condotte dalla Polizia di Stato, sotto le direttive della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni BOMBARDIERI, con il coordinamento dei Sostituti Procuratori Stefano MUSOLINO e Walter IGNAZITTO, gli investigatori della locale Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo – con il supporto operativo del Reparto Prevenzione Crimine – hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misure cautelari n. 5288/2016 R.G.N.R. D.D.A., n. 70/2019 R.G.G.I.P D.D.A. e n. 64/2018 R.O.C.C. D.D.A., emessa in data 26.07.2019 dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti dei seguenti 17 soggetti (12 dei quali destinatari della misura cautelare della custodia in carcere e 5 degli arresti domiciliari) indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, turbata libertà degli incanti, porto illegale in luogo pubblico di arma comune da sparo, con l’aggravate dell’agevolazione mafiosa, tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio:
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C. A., nato a Reggio Calabria in data 15.01.1960, già detenuto – genero del defunto L. D. detto don Mico, storico patriarca dell’omonima cosca di ‘ndrangheta – (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
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S. S., nato a Reggio Calabria in data 22.08.1958, già detenuto, esponente di vertice della cosca L. (indagato per i delitti di estorsione e turbata libertà degli incanti, aggravati perché commessi da persona facente parte della cosca di ‘ndrangheta L., destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
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L. G., nato a Reggio Calabria in data 12.08.1958, figlio del defunto L. D. detto don Mico, (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
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L. R., nata a Reggio Calabria in data 14.10.1961, figlia del defunto L. D. detto don Mico, (indagata per associazione mafiosa e destinataria della misura cautelare della custodia in carcere);
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P. S., nato a Reggio Calabria in data 15.03.1961(indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
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S. G., nato a Reggio Calabria in data 28.01.1976, reggente del quartiere San Giorgio Extra (indagato per associazione mafiosa, estorsione in concorso e porto illegale in luogo pubblico di arma comune da sparo, con l’aggravante, per questi ultimi due delitti, dell’essere stati commessi avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. e per agevolare la cosca di ‘ndrangheta L., destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
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Z. A., nato a Reggio Calabria in data 24.10.1987 (indagato per associazione mafiosa, estorsione in concorso e porto illegale in luogo pubblico di arma comune da sparo, con l’aggravante, per questi ultimi due delitti, dell’essere stati commessi avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. e per agevolare la cosca di ‘ndrangheta L., destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
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S. G., nato a Melito Porto Salvo in data 29.01.1974 (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
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L P. G, nato a Reggio Calabria in data 31.01.1981, piccolo imprenditore nel settore degli infissi in alluminio (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
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B. D., nato a Reggio Calabria in data 18.12.1973, imprenditore del settore edilizio, immobiliare e della ristorazione, già consigliere al Comune di Reggio Calabria nel 2002 e 2007, oltre che Assessore al Bilancio tra il 2011 ed il 2012 (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
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B. F., nato a Reggio Calabria in data 25.02.1972, imprenditore del settore edilizio, immobiliare e della ristorazione, nonché Presidente, per la Calabria, dell’A.N.C.E. – Associazione Nazionale Costruttori Edili – (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
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N. A., nato a Reggio Calabria in data 08.03.1961, Consigliere Regionale in forza al partito Fratelli d’Italia, eletto in occasione delle consultazioni regionali del 2014 in quota Forza Italia, nonché capogruppo in Consiglio Regionale del partito Fratelli D’Italia (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
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P. G., nato a Reggio Calabria in data 08.02.1967, avvocato penalista (indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari);
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T. G D., nato a Reggio Calabria il 21.03.1953, medico odontoiatra, assessore all’Urbanistica negli anni ’90 al comune di Reggio Calabria (indagato per associazione mafiosa, estorsione e turbata libertà degli incanti, con l’aggravante – per questi ultimi due delitti – di aver commesso il fatto da parte di soggetto appartenente alla cosca di ‘ndrangheta LIBRI, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari);
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R. S., nato a Padova in data 7.05.1975, consigliere regionale, nonché capogruppo in Consiglio Regionale del Partito Democratico (indagato per tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio in concorso e destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari);
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R. F., nato a Montebello Ionico (RC) in data 06.11.1966, Maresciallo della Guardia di Finanza (indagato per tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio in concorso e destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari);
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L. C., nato a Melito Porto Salvo (RC) in data 18.02.1967, segretario del Partito Democratico di Melito di Porto Salvo (indagato per tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio in concorso e destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari).
Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, la Squadra Mobile ha notificato un avviso di garanzia a N C. D., nato a Roma in data 03.04.1967, avvocato ed esponente locale del Partito Democratico, per concorso esterno in associazione mafiosa. Pur ritenendo sussistente a suo carico la gravità indiziaria in ordine al suddetto delitto, il G.I.P. non ha ravvisato l’esigenza per disporre una misura cautelare. La Squadra Mobile – con l’ausilio della Divisione Polizia Anticrimine della Questura – ha contestualmente proceduto al sequestro preventivo delle seguenti imprese e società, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia:
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Impresa individuale I. I. di S.G., sedente in Reggio Calabria, avente ad oggetto lavori generali di costruzioni di edifici, installazione ampliamento, trasformazione e manutenzione di impianti idrico sanitari, riscaldamento, gas ed antincendio ed altro;
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B. Immobiliare S.r.l., con sede a Reggio Calabria, operante nel settore della costruzione di edifici residenziali e non residenziali;
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R D. S.r.l. con sede a Reggio Calabria, avente ad oggetto l’elaborazione elettronica dei dati contabili, riconducibile all’indagato B.F.;
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B Costruzioni Società a Responsabilità Limitata, con sede a Reggio Calabria, avente ad oggetto la costruzione di edifici residenziali e non residenziali;
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M. 2000 di B. D., con sede a Reggio Calabria, avente ad oggetto l’attività di intermediazione immobiliare;
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B. I.A. Società a Responsabilità Limitata Semplificata con sede a Reggio Calabria, operante nel settore dell’intermediazione immobiliare;
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C.G. S.r.l., con sede a Reggio Calabria, avente ad oggetto la costruzione di edifici e di ingegneria civile;
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M. S.r.l. con sede a Reggio Calabria in via Tommaso Campanella n. 54, avente ad oggetto la gestione del Ristorante Pizzeria M.M.M.;
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50% delle quote societarie della B&S S.r.l. sedente a Reggio Calabria, avente ad oggetto lavori di costruzione di edifici e di ingegneria civile;
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B. S.r.l. sedente a Reggio Calabria, avente ad oggetto la consulenza, progettazione e studi di fattibilità in campo ingegneristico;
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B. S.r.l. con sede a Reggio Calabria in via Crocefisso n.15, avente ad oggetto l’attività di concessionaria pubblicitaria;
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S. ED I.. di L P. C. Antonio, con sede a Reggio Calabria, avente ad oggetto la produzione e l’installazione di infissi in alluminio.
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Impresa edile S. F. con sede a Reggio Calabria;
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Impresa denominata “S. S.A.S. DI C. T. S. & C.”, con sede a Reggio Calabria, avente ad oggetto la gestione della stazione di servizio per la distribuzione di carburanti per autotrazione e prodotti annessi per conto della Società Anonima Petroli Italiana;
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Impresa individuale “S C. T., con sede a Reggio Calabria, avente ad oggetto la gestione del Bar presso la stazione di servizio.
Il valore complessivo dei beni in sequestro, nell’ordine di diversi di milioni di euro, è in corso di quantificazione. L’indagine rappresenta il naturale prosieguo delle investigazioni condotte nell’ambito del procedimento penale n. 5614/13 R.G.N.R. D.D.A., sfociato nell’operazione Theorema – Roccaforte, nel corso della quale – il 31 luglio 2018 – la Squadra Mobile e il R.O.S. dei Carabinieri eseguirono un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 14 esponenti della cosca LIBRI e sottoposero a sequestro preventivo altre imprese e beni mobili riferibili alla predetta consorteria della ‘ndrangheta reggina.
L’operazione Libro Nero – condotta della Sezione “Reati contro il Patrimonio e la Pubblica Amministrazione” della Squadra Mobile di Reggio Calabria – ha consentito di individuare i ruoli di ulteriori soggetti di vertice, nonché di affiliati e concorrenti esterni della cosca LIBRI, pienamente inserita nella ‘Ndrangheta unitaria e attiva nella città di Reggio Calabria, segnatamente nei quartieri Cannavò, Condera, Reggio Campi, Modena, Ciccarello, San Giorgio e nelle frazioni di Gallina, Mosorrofa, Vinco e Pavigliana.
Le evidenze investigative hanno consentito di accertare, ancora una volta, l’esistenza e la vitalità della cosca LIBRI, e della sua sub-articolazione BORGHETTO/CARIDI/ZINDATO, attraverso l’emergere di costanti e consolidati rapporti tra gli associati, della mutua assistenza fornita agli affiliati detenuti ed ai loro familiari, della consapevole compartecipazione alle condotte delittuose ed efficace ripartizione di compiti.
Nello specifico, l’inchiesta ha messo in luce il ruolo apicale ricoperto, in seno alla cosca, dal detenuto C.A. il quale – in base alle risultanze delle intercettazioni – aveva ereditato il ruolo di capo cosca direttamente dal defunto suocero L. D., detto don Mico, storico patriarca dell’omonima potente cosca reggina. Nonostante fosse sottoposto al c.d. carcere duro, il C. ha continuato ad impartire direttive agli affiliati liberi, attraverso i colloqui con la moglie L. R. (figlia del suddetto D.L.) e con l’avvocato P. G., suo difensore di fiducia. Il detenuto faceva giungere all’esterno le sue disposizioni anche attraverso missive, dal contenuto criptico e con allusioni religiose, che spediva a P. S. il quale le consegnava, a sua volta, a L. R. L’avvocato P. G. portava a destinazione le direttive impartite dal detenuto, incontrando personalmente alcuni esponenti della cosca, sia presso il proprio studio che in altri luoghi, dando peraltro loro utili indicazioni in merito, ad esempio, ad eventuali attività commerciali da acquistare al fine di accrescere il potere economico dell’organizzazione criminale.
L. G. al pari del cognato C. A., durante il periodo di detenzione, dal luglio 2007 a ottobre 2014, ha continuato ad impartire ordini dal carcere e a comunicare con altri componenti della cosca, attraverso missive spedite a L P. G. o avvalendosi dell’apporto di un agente della Polizia Penitenziaria infedele, non identificato. Dopo la scarcerazione, ha ripreso ad occuparsi degli affari del sodalizio.
P. S. ha svolto il ruolo di factotum di C. A. e di R. L., mettendo a disposizione del sodalizio criminale conti correnti postali a suo nome, gestendo conti correnti bancari intestati a ditte riferibili alla cosca, garantendo in generale la prosecuzione delle attività illecite del sodalizio e la cura dei suoi molteplici interessi illeciti.
S. G., ha esercitato il potere criminale della consorteria sulle proprie aree di influenza, rapportandosi direttamente, quando non era detenuto, con C. F., altro elemento di vertice della cosca L.. Incontrava soggetti affiliati ai LIBRI e alle altre cosche e verificava l’andamento delle attività commerciali di interesse della compagine criminale. Per il ruolo svolto e la lealtà dimostrata alla famiglia, gli era stata affidata, direttamente dal C. e per conto dei L., la reggenza della cosca sul quartiere San Giorgio Extra.
Principale collaboratore del S. è Z. A. il quale, oltre ad essere stato suo autista ed esecutore delle sue direttive, era preposto alla custodia delle armi ed all’esecuzione materiale di danneggiamenti nel suddetto quartiere di Reggio Calabria. Al S. ed allo Z., oltre al delitto di associazione mafiosa, sono contestati i delitti di porto illegale in luogo pubblico di armi comuni da sparo e di estorsione aggravata, avendo costretto il titolare di un esercizio commerciale di arredi a rinunciare al versamento del denaro dovuto, a titolo di prezzo, per i lavori di realizzazione e montaggio di tende da sole e da interni presso l’abitazione dello stesso S., intimidendo l’esercente mediante l’esplosione di 8 colpi di pistola cal. 7.65 contro la serranda del suo negozio.
S. G. (inteso “Peppi ri Ceddi”) affiliato alla cosca LIBRI, è stato più volte delegato da C. F. come suo “ambasciatore”, sicché era solito incontrarsi e riunirsi con altri sodali; curava alcuni aspetti degli interessi imprenditoriali della cosca, intestandosi perfino una ditta (la I. Impianti di S. G.).
L’inchiesta ha consentito di fare luce anche sui rilevanti interessi economici e politici della cosca LIBRI, svelando il ruolo di affermati imprenditori e noti soggetti politici locali e regionali asserviti totalmente alle volontà della consorteria criminale come soggetti intranei o concorrenti esterni.
In particolare, è stato accertato come la citata cosca di ‘ndrangheta, in una sorta di proiezione aziendalistica che tende a reinvestire il frutto delle illecite attività, abbia favorito, nel corso del tempo, alcuni imprenditori che, prima facie, potevano sembrare avulsi da qualsiasi contesto mafioso, ma al quale di fatto ne sono risultati pienamente intranei. Detti soggetti, rispondendo alle logiche ed alle strategie di sviluppo imprenditoriale pianificate dai vertici della cosca e godendo degli occulti finanziamenti e delle protezioni derivanti dalla stessa, hanno assunto posizioni di assoluto rilievo nei loro ambiti operativi. Essi si individuano nei fratelli B.F. e D., diretta espressione della cosca LIBRI che, in quanto tali, da un lato hanno sempre goduto della protezione dei soggetti apicali della citata consorteria di ‘ndrangheta, riuscendo ad avviare e far crescere in modo esponenziale le proprie attività imprenditoriali, dall’altro l’hanno, a loro volta, finanziata.
Nel corso del tempo, i fratelli B. hanno conquistato posizioni di assoluto rilievo nel panorama edilizio ed immobiliare di Reggio Calabria. Ad essi sono oggi riconducibili diverse imprese e società: la B.I.S.r.l.; la R.D. s.r.l.; la B.C. Società a Responsabilità Limitata la B&S S.r.l.; la B. S.r.l.; la B. S.r.l. la M. 2000 di B.D.; la B.I. A. Società a Responsabilità Limitata Semplificata.
F.B. è, come detto, Presidente, per la Calabria, per il triennio 2017 – 2020, dell’A.N.C.E. (Associazione Nazionale Costruttori Edili). Il fratello, D.B., ha anche un passato di soggetto politico presso il comune di Reggio Calabria.
L’attività investigativa – effettuata sia a riscontro delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia (e di E. D R. in particolare), sia mediante servizi di intercettazione telefonica ed ambientale – ha dimostrato come la cosca LIBRI, nell’ottica di un sempre maggiore ed efficace sviluppo dei propri interessi criminali, oltre ad essere perfettamente in grado di interferire nelle dinamiche economico/imprenditoriali locali, è stata allo stesso tempo capace di infiltrarsi in quelle politico/elettorali del territorio cittadino, gestendo un consistente bacino di voti, convogliandoli a favore di soggetti compiacenti, senza esclusione di schieramenti politici, nell’ambito di un rapporto sinallagmatico (vincolato ai patti stipulati e ai vantaggi promessi e/o accordati), destinato a favorire non solo la singola consorteria, ma il sistema ‘ndranghetistico nel suo complesso.
I LIBRI hanno saputo elaborare, tramite il medico odontoiatra T.G.D. (con un passato di consigliere e assessore all’urbanistica al comune di Reggio Calabria) e S.S., raffinate strategie finalizzate a consentire l’elezione di soggetti che potessero agire quali loro preposti negli organismi istituzionali.
Invero, l’ascesa politica del Consigliere Regionale N. A. è stata costantemente supportata, fin dagli inizi, dalla cosca LIBRI. L’attività di indagine ha fornito importanti elementi sulla centralità del ruolo svolto – per conto della citata cosca – dal binomio T./S. in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale del novembre 2014. In quella tornata elettorale, la consorteria ha convogliato parte del proprio cospicuo bacino di preferenze elettorali, in cambio di favori, verso il suddetto N. A., il quale venne eletto consigliere regionale in quota Forza Italia, salvo poi transitare nel partito Fratelli d’Italia, di cui è l’attuale coordinatore provinciale.
Gli interessi criminali della diade T. S. hanno riguardato anche ambiti di diverso orientamento politico. Le risultanze delle attività di intercettazione hanno fatto emergere chiaramente come la cosca LIBRI puntasse a coltivare accordi mafiosi a prescindere dal colore politico, appoggiando soggetti in grado di gestire spazi di potere. Ed infatti, l’attività investigativa ha dimostrato come detta cosca, per infiltrare le istituzioni, abbia intessuto, nel tempo, analoghi rapporti di scambio elettorale politico mafioso anche l’avvocato N C. D., esponente locale del Partito Democratico, indagato nella presente inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa. E’ anche indagato nella presente inchiesta, per concorso in tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio anche il politico reggino R. S. (attinto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari), attuale capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale. Colpiti da ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, per il delitto di tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio sono, in concorso con il predetto R. S., R. F. (Maresciallo della Guardia di Finanza) e L. C. (esponente del Partito Democratico di Melito Porto Salvo). L’attività di indagine ha consentito di accertare come R. F. abbia inteso avvicinare ed incontrare di persona il politico R. S., per il tramite di L. C., con lo scopo di rivelare al suddetto consigliere regionale notizie riservate su attività di indagine che lo riguardavano, in cambio di favori personali. T. G D. e S. S. devono, infine, rispondere di alcuni episodi aggravati di estorsione e turbata libertà degli incanti, connesse all’acquisito di immobili alle aste giudiziarie relative a procedure che riguardavano gli stessi indagati.
comunicato stampa – Questura di Reggio Calabria