Ma è già tutta impegnata: l’82% va alle spese obbligate, solo il 5% ai consumi
Scade oggi il termine ultimo per il pagamento della mensilità da parte dell’INPS. In arrivo 525 euro per 3,15 milioni di italiani, 1,65 miliardi in tutto. Ferrari: “Ormai serve per pagare arretrati, segnale di sofferenza”
Quattordicesima in arrivo anche per i pensionati: scade oggi 8 luglio, infatti, il termine ultimo per il pagamento della mensilità aggiuntiva da parte dell’INPS. A riceverla in questo mese dall’Istituto di Previdenza saranno circa 3,15 milioni di italiani, per un importo medio di 525 euro a persona. Un’iniezione di liquidità aggiuntiva che raggiunge complessivamente il valore di circa 1,65 miliardi. Ma che è per massima parte già impegnata: l’82% dell’ammontare della quattordicesima dei pensionati sarà infatti assorbito dalle spese obbligate, dalla salute alle bollette (ed il fisco), mentre solo l’8% andrà al risparmio, ed un ancora più esiguo 5% verrà destinato ai consumi.
È quanto emerge dalle elaborazioni dell’Ufficio Economico di Fipac – l’associazione dei pensionati autonomi di Confesercenti – sulla base di un sondaggio somministrato da SWG a un campione di 1.300 pensionati.
L’incidenza delle spese obbligate sulla quattordicesima per i pensionati (82%) è sensibilmente più alta della media dei percettori della mensilità in più, che a questa voce dedicano solo il 49% del monte complessivo. Per i pensionati, a pesare sono soprattutto le spese per la salute, in cui verrà investito il 25% della somma aggiuntiva: è il 13% nella media della popolazione generale. Seguono le bollette – spesso arretrate – che impegnano in media il 23% della quattordicesima: un dato anche in questo caso sensibilmente più alto del 10% segnalato dal resto dei beneficiari. I pensionati spendono di più anche per finanziamenti e mutui, per i quali sarà vincolata una quota del 18% della quattordicesima, contro il 14% medio della platea. Anche l’erario gioca la sua parte: in media, il 16% della mensilità aggiuntiva verrà usata per saldare i conti in sospeso con il fisco.
Ridotte quasi all’osso, invece, le risorse che verranno dedicate al risparmio o ai consumi. L’indicazione dei pensionati è che solo l’8% sarà vincolato a forme di risparmio (4% risparmio vero e proprio, 4% come investimento), mentre la quota che verrà utilizzata per i consumi è il 5%: 2% per una vacanza, e 3% per altre spese, come i saldi estivi, iniziati in tutta Italia proprio lo scorso fine settimana.
“Dal sondaggio emerge chiaramente come i percettori di quattordicesima aspettino la mensilità in più per pagare quello che non sono riusciti a pagare durante l’anno con le pensioni. Serve, sostanzialmente, a saldare gli arretrati e a fare quello che si è rinviato, interventi sanitari inclusi”, commenta Sergio Ferrari, Presidente Nazionale di Fipac Confesercenti. “Il quadro è di sofferenza: l’assegno in più arriva infatti a persone con un trattamento pensionistico modesto, entro i 13 mila euro lordi circa. Persone che ormai sono arrivate al limite, e avrebbero bisogno di un sostengo: sulle spese sanitarie, in primis, ma anche sulle bollette che stanno diventando un onere sempre più schiacciante per la popolazione anziana più debole. Una quota crescente dei nostri pensionati: per questo, riteniamo che vada alzato almeno a 15mila euro il tetto di trattamento previdenziale annuo lordo richiesto come requisito per accedere alla quattordicesima. Rimane, per altro, un’inaccettabile discriminazione nei confronti dei pensionati autonomi, i cui requisiti sono più stringenti di quelli previsti dai dipendenti: una stortura da raddrizzare al più presto”.