Nel corso dell’ultima riunione del Consiglio comunale è stato approvato il Regolamento per la celebrazione dei matrimoni e delle unioni civili in varie sedi comunali nonché in altre sedi di proprietà pubblica e sedi di proprietà privata. Già una circolare del 2007 del Ministero dell’Interno (la numero 29) prevedeva si potessero individuare allo scopo sale differenti da quelle all’interno della Casa comunale.
La delibera della Giunta comunale numero 37 del 3 aprile scorso ha avanzato al Consiglio la proposta d’approvare il su citato Regolamento, composto da 18 articoli.
Adesso, gli sposi potranno scegliere il sito di propria preferenza – purché del tutto a norma e debitamente autorizzato – per la celebrazione della propria unione. In particolare, oltre le strutture comunali potranno fare istanza per la celebrazione presso «altre sedi di proprietà pubblica» ovvero presso «sedi di proprietà privata» che esemplificativamente vengono elencate quali «strutture ricettive, di ristorazione, dimore di pregio» sottoposte a vincolo, ma pure «luoghi d’alto valore storico ambientale, aree demaniali in concessione».
L’Ente sarà esonerato da ogni responsabilità, mentre l’eventuale luogo privato sarà tenuto a versare un importo fisso al Comune «a titolo di corrispettivo per la sponsorizzazione che ottiene attraverso la pubblicizzazione della propria immagine tramite l’attività stessa della Pubblica amministrazione».
«Poter dire il fatidico “sì” direttamente in uno dei propri “luoghi del cuore” o comunque in una struttura ricettiva di pregio è sicuramente un valore aggiunto per chi decide di sposarsi o di dar vita a un’unione civile – commenta l’assessore alle Attività produttive Saverio Anghelone – in più, per i coniugi, familiari e amici è sicuramente più pratico poter convergere direttamente su un’unica struttura per il rito e per il festeggiamento. Per le imprese ricettive, d’altro canto – osserva Anghelone – è un’opportunità aggiuntiva per far crescere il valore dell’azienda e per incrementare il fatturato».