Parola d’ordine: scongiurare l’invasione di Reggio Calabria Porto da parte dei mezzi pesanti gommati. Dopo che la Direzione Generale del Ministero dei Beni Culturali ha espresso il parere favorevole in merito alla compatibilità ambientale del progetto presentato dalla “Caronte &Tourist SpA e Diano SpA” per la costruzione di un nuovo approdo per navi traghetto in zona Pentimele, sembrerebbe, ma è tutto da vedere, un ulteriore passo in avanti nella realizzazione dell’opera. Anche le notizie pubblicate in questi giorni dalla stampa locale mettono in risalto la positività di questo parere, ponendo l’arrivo del via libera ai lavori come una probabilità sicuramente più vicina ma, fortunatamente, non è proprio cosi. E’ mia intenzione, come spesso ho già avuto modo di affermare, porre in essere tutto ciò che sia legittimamente possibile per scongiurare tale nefasta eventualità. Infatti, esaminando bene la direttiva ministeriale del 13 u.s., oltre alle poche righe finali, quello che colpiscono di più sono le 26 pagine che la compongono, ricche di particolari e dettagli relativi alla realizzazione dell’opera che, nei fatti, viene appesantita di decine di prescrizioni prima di essere rimandata, per altro, all’esame della Commissione Ambiente ed alla Soprintendenza Archeologica per le provincie di Reggio Calabria e Vibo valentia. Le ulteriori prescrizioni tengono in considerazione una serie di fattori che risultarono già determinanti quando, a dicembre del 2018, chiesi personalmente ed ottenni il parere positivo in Commissione Trasporti alla Camera sulla proposta formulata e sulle gravi rimostranze nei confronti di un parere governativo incomprensibile ed ereditato totalmente dalla precedente gestione. Disposizioni odierne che riprendono in parte anche i contenuti dell’ordine del giorno alla Camera dei Deputati, sempre chiesto da me e favorevolmente accolto dal Governo durante i lavori d’Aula del 10 Dicembre u.s., affinché si valutassero le opportune iniziative, e dannose conseguenze, dell’eventuale costruzione dell’approdo delle navi per il trasporto di autoveicoli e mezzi pesanti da Villa San Giovanni a Reggio Calabria. Anche oggi, come allora, l’opera destinata ad unire la sponda del reggino con Messina/Tremestieri, in questo parere positivo lascia molte incognite ritenute dalla stessa Direzione Generale troppo generici o, addirittura, poco rassicuranti in termini di realizzazione dell’opera stessa. Difatti, senza elencare le tante criticità ben puntualizzate, e da me sempre espresse con chiara fermezza, prima di giungere al decreto della commissione Vas-Via del Ministero dell’Ambiente, è stata constatata la mancanza di molti approfondimenti del caso, particolarmente richiesti dagli organi tecnici, e, soprattutto, in virtù delle molteplici prescrizioni redatte. Emblematico ma significativo il caso degli impianti relativi alle polveri ed alle emissioni per mitigarne gli effetti dannosi sull’ambiente circostante: si parla di soluzioni formulate troppo genericamente e senza puntuali riferimenti della loro applicazione all’interno dell’area individuata. Preoccupante leggerezza che andrebbe a discapito esclusivamente della salute di tutti i reggini. Ancora precetti per quanto riguarda la definizione dei volumi in elevazione e la caratterizzazione in termini architettonici e di inserimento paesaggistico dell’intera area che constatano una mancanza importante di soluzioni che configurino la funzione riqualificante del progetto ed il suo reale inserimento nel paesaggio complessivo circostante. Mancante anche la sorveglianza archeologica in corso d’opera, addirittura non prevista, che potrebbe sancire modifiche drastiche in corso d’opera e ricadute negative sul progetto stesso, lasciando presagire cantieri ipotetici senza fine. Appare chiaro, quindi, come siano ancora molti e difficili gli step da superare per il “si” definitivo all’opera ed il mio impegno sarà volto affinché non ci sia alcuna indulgenza nei ministeri competenti sulle prescrizioni poste, anzi, pretenderò assoluta intransigenza e massimo rigore. Il mio incessante compito sarà contrastare con dati oggettivi e documenti alla mano, a partire già dalla prossima settimana, la volontà politica e gli interessi economici che hanno accompagnato fin dall’inizio questa malsana idea, sempre rifiutata dalla città di Reggio Calabria e dagli enti che la rappresentano nelle varie sedi, consapevoli dei danni all’ambiente, alla salute ed all’economia indotta dal turismo mancato, di cui la nostra città sarebbe inevitabilmente vittima. Reggio Calabria non merita assolutamente un’altra cicatrice sanguinante, e chi, come me, ha l’onere e l’onore di rappresentarLa istituzionalmente nelle sedi opportune, non lascerà che si palesi facilmente un’altro torto “calato” dall’alto.