Arriva una ulteriore conferma della debolezza della domanda interna, con consumi stagnanti che riflettono, nel complesso, una economia in stallo.
Questa l’analisi dell’Ufficio economico di Confesercenti che commenta i dati Istat sull’inflazione.
Il dato definitivo sulla dinamica dei prezzi del mese di maggio fotografa un ulteriore rallentamento di un decimale, rispetto alle già poco consistenti variazioni ipotizzate nelle anticipazioni: la variazione mensile è quindi pari a zero invece che 0,1, quella acquisita sull’anno 0,8 invece che 0,9. Anche l’inflazione di fondo, sia al netto di energetici e fresco alimentare che al netto solo degli energetici, si riduce di due decimali e si ferma, rispettivamente, a 0,4% e 0,5%.
Si ribadisce, anzi si rafforza, dunque, l’idea che, a parte variabili esterne o situazioni occasionali – il maltempo a maggio che ha causato una crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati – la situazione dei prezzi sia completamente ferma, con una stasi della domanda e una capacità di offerta in questo momento sovradimensionata.
Bisogna aumentare le possibilità di crescita del reddito e di occupazione, per ridare fiato ad un’economia che fatica e rasserenare gli orizzonti di famiglie ed imprese. Intanto si apre il primo round di colloqui con la Commissione europea per evitare la procedura di infrazione: l’impegno del Governo in questa direzione, che deve allontanare con decisione la prospettiva di una manovra aggiuntiva, è determinante. Contemporaneamente, occorre una politica economica che riesca ad invertire i segnali di debolezza che arrivano dall’economia, impegnando risorse per investimenti e consumi.