Asp Catanzaro: presentata a Firenze una ricerca sugli effetti della musicoterapia avviata nel Centro di Salute Mentale di Decollatura

Una ricerca sugli effetti della musicoterapia, avviata ad ottobre 2017 nel Centro di Salute Mentale di Decollatura, è stata presentata in occasione del convegno nazionale tenutosi il 25 Maggio 2019 a Firenze sul tema “L’antico/nuovo territorio della musicoterapia – Applicazioni pratiche, riflessioni sonore ed aspetti legislativi”. Il lavoro “Sentire, riconoscere, condividere: Musicoterapia per la Psicoeducazione delle Emozioni – Resoconto della Ricerca condotta dal CSM di Lamezia Terme – ASP di Catanzaro” è stato illustrato dalla dott.ssa Francesca Rubbettino, musicista, musicoterapista, socia del Consiglio Unitario Musicoterapisti Italiani per la Professione Socio-Sanitaria (CUM-Sanità), Catanzaro, suscitando grande interesse. Il protocollo di ricerca ha visto coinvolti un gruppo di pazienti adulti del CSM di Decollatura seguiti dai dottori Antonio Lucchino (responsabile del servizio) e Pietro Scardamaglia, coadiuvati dalla musicoterapista F. Rubbettino, dal tecnico della riabilitazione Giuseppina Pastore e dalla psicologa Ilaria Zaffina. Si è trattato di un riuscito esperimento di collaborazione tra l’ASP e l’associazione MUSICAmi, a testimonianza della necessità oggi sempre più sentita di attingere alle risorse presenti sul territorio per migliorare e potenziare i servizi erogati. Importante il contributo della dottoressa Rosina Manfredi, direttrice del CSM di Lamezia, che ha creduto nel progetto e lo ha approvato. La musicoterapia, come affermato dalla dott.ssa Francesca Rubbettino, “è un approccio terapeutico centrato su un processo interpersonale nel quale il suono e la musica vengono impiegati in tutti i loro aspetti (percettivi, motori, emotivi, mentali, sociali ed estetici) per rispondere al disagio e alla sofferenza collegati a patologie fisiche e/o psichiche, per facilitare l’ascolto, la comunicazione e per valorizzare le abilità e lo stile espressivo di ogni individuo agendo sulla globalità della sua condizione. Nel processo terapeutico la musica ha il potere di attivare relazioni: tra le nostre parti interne, tra paziente e terapeuta, tra noi, gli altri e il mondo esterno, tra noi e la musica stessa. Tutti questi sono elementi dinamici utilizzati e finalizzati al perseguimento di obiettivi riabilitativo-terapeutici. La musicoterapia viene applicata in vari contesti con persone di tutte le età; si può svolgere in sedute sia individuali che di gruppo. I pazienti non devono possedere una competenza musicale specifica; la mediazione non verbale che offre la musica facilita la partecipazione alle esperienze sia di ascolto sia di espressione anche a persone con gravi disabilità, disturbi psichici e/o comportamentali. La ricerca presentata, valutate le caratteristiche dei pazienti inseriti nel gruppo di ricerca, è consistita nel proporre un laboratorio di musicoterapia di gruppo, 11 maschi e 2 femmine, articolato in 5 incontri di 1 ora e 30 minuti ciascuno a cadenza settimanale, nel corso dei quali si è lavorato sulle emozioni fondamentali: rabbia, paura, tristezza, gioia, disgusto. Le sedute sono state articolate in rilassamento guidato; ascolto della traccia sonora; riflessioni verbali su quanto emerso durante l’ascolto ed associazione ad una emozione; rielaborazione dell’ascolto attraverso una improvvisazione strumentale di gruppo; verbalizzazione conclusiva. Le tracce sonore, selezionate per stimolare nei pazienti l’emergere di sensazioni, ricordi, situazioni collegate alle singole emozioni, si caratterizzavano per struttura ritmica e melodica facilmente intellegibili. Il titolo delle tracce sonore se non emergente in maniera spontanea tra i pazienti nel corso dell’ascolto, veniva comunicato alla fine. Il processo associativo tra traccia sonora ed emozione è stato facilitato attraverso l’utilizzo delle emoticons (faccine). Le improvvisazioni di gruppo avvenivano dando come indicazione la rielaborazione della emozione appena affrontata, utilizzando lo strumentario Orff (piccoli strumenti a percussione, tamburi, bongos). Ciascun paziente è stato libero di scegliere lo strumento che preferiva. La durata della improvvisazione è stata determinata dalle dinamiche di gruppo emergenti in ciascuna seduta. Alcune improvvisazioni sono state molto brevi, ad esempio l’improvvisazione relativa al disgusto, avendo espresso i pazienti un vero e proprio fastidio fisico nell’ascoltare la traccia proposta, altre piuttosto lunghe, ad esempio quella relativa alla rabbia, che ha assunto subito la funzione di scarica catartica di tensioni fisiche e mentali. I test somministrati dopo il ciclo di sedute di musicoterapia, hanno evidenziato un miglioramento nella capacità di autovalutare il proprio stato d’animo unitamente ad una diminuzione della alessitimia (difficoltà di identificare e descrivere i propri sentimenti). L’utilizzo della musicoterapia nella psicoeducazione alle emozioni e nel controllo della alessitimia si è dimostrato essere uno strumento efficace e senz’altro utilizzabile all’interno dei protocolli riabilitativi standard applicati ai pazienti psichiatrici cronici”.

banner

Recommended For You

About the Author: PrM 1