Progetto espositivo sul patrimonio culturale immateriale italiano dall’11 Giugno a Santiago del Chile e in Armenia
Conferenza stampa di presentazione alla Camera dei Deputati martedì 4 Giugno
“Unwritten Structures. Racconti (in)Visibili” è un progetto espositivo itinerante che partirà il prossimo 11 giugno in Armenia e in Chile e che farà tappa in varie città, destinato alla diffusione della conoscenza del patrimonio culturale immateriale italiano nell’Europa dell’Est e in Sud America. Il progetto, elaborato dall’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, in collaborazione con il MUCIV – Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, le società Glocal Project Consulting e Openlabcompany, in sinergia con il coordinamento tecnico-scientifico della Rete delle grandi Macchine a spalla italiane Patrimonio UNESCO e con il contributo di curatori, artisti e registi indipendenti, propone una reinterpretazione in chiave artistica di pratiche e saperi della tradizione italiana, promuovendo una forma avvincente e innovativa di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, attraverso la sperimentazione di codici multi-espressivi propri dell’arte contemporanea e dell’antropologia dialogica.
Accanto alle testimonianze materiali, ai documenti d’archivio e ad alcune proposte di reinterpretazione di matrice antropologico-visiva, saranno esposte le opere di quattordici artisti contemporanei ispirate alle strutture non scritte del patrimonio culturale italiano all’interno di un viaggio che, tra il vissuto e l’immaginato, propone la conservazione della memoria e la creatività come chiavi d’accesso privilegiate al dialogo intergenerazionale e al rispetto della diversità culturale. Il percorso espositivo si svolgerà all’interno di un vero e proprio accerchiamento audiovisivo realizzato attraverso 4 “micro cinema” – unità di esposizione multimediale ad alta tecnologia progettate appositamente per le mostre dagli exhibition designer di Openlabcompany – all’interno dei quali sarà possibile “tuffarsi” nei documentari immersivi di Francesco De Melis, regista, musicista e antropologo forte di 40 anni di ricerche sul campo, in Italia e all’estero, sul tema della festa, della ritualità, della sonorità, della gestualità.
Le esposizioni sudamericane saranno focalizzate sulle feste della tradizione italiana caratterizzate dal trasporto di grandi macchine cerimoniali, portate devozionalmente a spalla, con un’attenzione particolare alle celebrazioni delle città di Nola, Palmi, Viterbo e Sassari dichiarate dall’UNESCO nel 2013 Patrimonio Immateriale dell’Umanità, alle quali si aggiunge la Corsa dei Ceri di Gubbio, in attesa dell’estensione del riconoscimento richiesta dalle comunità della Rete. Il Trasporto della Madonna del Soccorso di Sciacca, protagonista di uno dei quattro coinvolgenti short film, chiude il tema delle feste della tradizione mediterranea. Il progetto espositivo della sezione antropologica sarà arricchito da una serie di maquette costruite da artigiani locali, oggetti sospesi tra la realizzazione artistica e la devozione popolare, a rappresentare la “materialità” di questi spettacolari e partecipatissimi riti collettivi. “Un’occasione straordinaria di divulgazione delle feste della Rete delle Macchine in Paesi nei quali grande attenzione è stata data, negli ultimi trent’anni, al patrimonio culturale immateriale che in molti casi ha dato linfa vitale a comunità e territori. Ringrazio molto l’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia e i curatori della mostra, così come le comunità della Rete che hanno messo a disposizione i modelli delle Macchine. Anche in questo caso, un bel lavoro di squadra che conferma che i Piani di salvaguardia non possono farsi se non con l’apporto di tutti i soggetti coinvolti, ministero, esperti, istituzioni territoriali, comunità come del resto dallo spirito della Convenzione del 2003. Questo succede quando si è Patrimonio UNESCO. Particolarmente soddisfatta anche per la presenza, nell’offerta culturale, dei Ceri di Gubbio, che si sono riuniti alla famiglia della Retre e per i quali si lavora ad un’estensione della candidatura”.
Le mostre dell’Europa dell’Est, invece, proporranno l’“accerchiamento audiovisivo” con la stessa formula di allestimento prevista per il Sud America, ma con contenuti diversi, ampliando l’orizzonte espositivo, oltre il tema della festa in Italia qui rappresentato da una inedita raccolta di scatti della fotografa Sabina Cuneo, ad altre tematiche-cardine della tradizione popolare italiana: cucina, musica e pratiche religiose. L’itinerario visivo, in questo caso, sarà costellato di oggetti etnografici risalenti ai primi anni del 1900.
Tra gli artisti coinvolti per il Sud America, Bertozzi e Casoni, Tommaso Cascella, Flavio Favelli, Dario Ghibaudo, Silvia Giambrone, Maria Lai, Francesco Lauretta, Davide Monaldi, Luana Perilli, Roxy in the box, Marinella Senatore, Giuseppe Stampone, Sergio Tumminello, Angelo Marinelli e Zaelia Bishop. Per l’Europa dell’Est, Tommaso Cascella, Gaia Scaramella, Flavio Favelli, Dario Ghibaudo, Silvia Giambrone, Maria Lai, Francesco Lauretta, Davide Monaldi, Luana Perilli, Roxy in the box, Marinella Senatore, Angelo Marinelli, Giuseppe Stampone, Sergio Tumminello, Zaelia Bishop e, per l’occasione, l’artista armeno Arshak Sarkissian. Obiettivo del progetto è far conoscere il patrimonio culturale rappresentato da saperi e pratiche viventi, rielaborate e trasmesse di generazione in generazione: espressioni orali, arti dello spettacolo, consuetudini sociali, riti e feste, conoscenze e pratiche concernenti la natura e l’universo, artigianato tradizionale. Una tipologia patrimoniale fondamentale nel mantenimento e nel rispetto della diversità culturale contro l’omologazione che deriva dalla globalizzazione; un caleidoscopio di relazioni che aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere, perché la sua importanza non risiede solo nella manifestazione culturale in sé, bensì nella ricchezza di conoscenze e competenze che essa rappresenta e nell’elaborazione delle modalità con le quali è trasmessa da una generazione all’altra.
Le tappe
L’itinerario est-europeo avrà inizio presso la Styles Gallery di Gyumri, in Armenia, con il patrocinio dell’Ambasciata Italiana d’Armenia, per proseguire poi in Bosnia, Museum of Contemporary Art di Banja Luka, dal 12 settembre al 12 novembre 2019 e Mostar, dal 20 novembre al 10 gennaio 2020, per toccare poi la National Gallery di Sofia e quindi Skopye, Novisad, e Lubiana. Contemporaneamente, grazie alla collaborazione con la Dante Alighieri di Merida (Yucatan) -interlocutore privilegiato fin dalle prime fasi del progetto- con gli Istituti italiani di cultura e con la rete consolare di Messico, Chile e Argentina partirà l’itinerario sudamericano, che si inaugurerà il prossimo 11 giugno a Santiago del Chile presso il Centro Cultural Las Condes, proseguirà poi in Argentina, Buenos Aires negli spazi espositivi del Centro de Arte Contemporáneo Uade Art dal 9 agosto al 6 ottobre. A seguire, Merida inaugurerà l’itinerario messicano nel Museo Fernando García Ponce-Macay, dal 20 ottobre al 6 gennaio 2020, itinerario che proseguirà presso la Fundación Pape di Cohauila dal 24 gennaio al 26 Aprile, per concludersi a Città del Messico con l’esposizione nel Museo de Arte Popular dal 6 maggio al 6 agosto 2020.