Rete disarmo: Già in passato la “Bahri Tabuk” ha trasportato ordigni RWM
(DIRE) 31 Mag. – Poco dopo le 4 del mattino di Venerdi’ 31 Maggio la Bahri Tabuk sarebbe giunta nel golfo di Cagliari puntando verso il porto del capoluogo della Sardegna: la notizia e’ stata diffusa stamane da una nota della Rete Italiana per il Disarmo. Sarebbe quindi ormai confermato che il cargo ‘Ro-Ro’ con bandiera saudita fara’ una sosta inizialmente non dichiarata a Cagliari. “Il forte sospetto e’ che l’attracco ormai imminente significhi una nuova spedizione di bombe ‘made in Sardegna’ destinate alle forze armate saudite” scrivono gli attivisti. La nave era partita dal porto di Marsiglia-Fos nella serata del 29 maggio dopo essere stata oggetto, durante la sua sosta francese, di proteste da parte di attivisti delle organizzazioni pacifiste e di dichiarazione di blocco da parte dei lavoratori portuali contro una qualsiasi ipotesi di carico di nuove armi (la nave dovrebbe avere gia’ in stiva materiale d’armamento caricato nelle precedenti soste nordamericane). “Per tutta la giornata di giovedi’ 30 maggio gli analisti di Rete Disarmo hanno seguito la navigazione della Bahri Tabuk, che ufficialmente era diretta ad Alessandria d’Egitto ma che ha iniziato a rallentare all’altezza della Sardegna. Il tutto suggeriva un attracco a Cagliari, a questo punto – ripetiamo – abbastanza confermato, per la notte/mattinata del 31 maggio con una tempistica che non pare essere del tutto casuale” si legge nel comunicato. “Gia’ in passato (prime informazioni certe a partire dal 2016, cioe’ a conflitto in Yemen gia’ iniziato da oltre un anno) il cargo Bahri Tabuk e’ stato protagonista di soste in Sardegna per caricare ordigni prodotti a Domusnovas dalla RWM Italia. Secondo i registri navali consultati da giornalisti investigativi la Bahri Tabuk mancherebbe dalla Sardegna da meta’ 2018” ricorda la Rete Italiana per il Disarmo. Questa fa inoltre appello ad autorita’, lavoratori portuali, societa’ civile della Sardegna affinche’ non venga caricato sul cargo saudita alcun tipo di materiale militare: “Non possiamo piu’ continuare ad essere complici di bombardamenti indiscriminati che colpiscono i civili Yemeniti e contribuiscono alla maggiore catastrofe umanitaria attualmente in corso nel mondo” si legge nella nota. “Le bombe di produzione italiana non devono essere piu’ trasferite nell’area di conflitto, concretizzando una vendita che e’ chiaramente contraria ai dettami e principi della norme nazionali (Legge 185/90), europee (Posizione Comune del 2008) e globali (il Trattato ATT) sull’export di armi. Facciamo appello in particolare ai lavoratori portuali di Cagliari affinche’ seguano l’esempio recente dei colleghi di Genova e di altri porti europei rifiutando di prestare la propria opera a vantaggio di questo commercio sanguinoso” conclude il comunicato. (Com/Gif/Dire) 11:03 31-05-19