In relazione all’arresto di un maestro d’asilo 64enne a Lamezia Terme, per violenza sessuale, il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, dichiara: “Pur non avendo alcuno strumento di conoscenza dei fatti, la drammaticità ci è data dall’ordinanza di custodia in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Lamezia Terme su richiesta della Procura della Repubblica. Se si chiede il carcere è chiaro che le accuse sono pesanti, commisurate al reato, da considerarsi crimine contro l’umanità debole e indifesa, il più turpe”. Per il Garante, “l’abuso sessuale non può̀ essere definito come un “male moderno”, anche se solo negli ultimi anni si è cercato di imprimere un giro di vite dal punto di vista giuridico-legislativo, evidentemente ancora flebile, viste e considerate le cifre più autorevoli che registrano in Italia almeno 3 bambini abusati ogni giorno, per un totale di oltre 1000 all’anno. E parliamo di cifre “difettose” perché rilevanti solo i casi denunciati, mentre quelli occultati, per il 60-70% intrafamiliari, potrebbero addirittura superare le cifre conosciute”.
“A nulla valgono – prosegue Marziale – le rivendicazioni di carcere a vita dettati dall’emotività del momento. Piuttosto – conclude il Garante – si pensi al provvedimento del Tribunale di Milano datato 2018 che per la prima volta ha emesso una “ingiunzione terapeutica” nei confronti di un pedofilo, che scontata la pena carceraria dovrà presentarsi dal criminologo e seguire un piano di intervento trattamentale che lo porti, attraverso indicazioni di tipo clinico-terapeutico realizzate dagli esperti incaricati, a prendere coscienza del forte disvalore delle condotte violente in una prospettiva di contenimento delle pulsioni sessuali e di razionalizzazione degli avvenimenti”.