Gli immigrati erano stati colpiti mentre camminavano lungo una strada di campagna, una dinamica che ricorda i fatti di Macerata nelle Marche. “Li abbiamo colpiti a caso, perché erano neri”, la confessione di uno degli arrestati
Malta è sotto choc. Sono due militari gli autori del primo omicidio a sfondo razziale sull’isola che peraltro fa dell’accoglienza una delle sue prime risorse economiche. L.C.S., 42 anni, originario della Costa d’Avorio, è stato brutalmente ucciso il 6 Aprile scorso mentre camminava lungo una strada tra Birzebbuga e l’Hal Far Open Center, nel sud dell’isola di Malta. Una striscia di asfalto che i migranti percorrono a piedi per raggiungere negozi e servizi e che già in passato era stato teatro di episodi di intolleranza. Altri due uomini che erano con lui, un 22enne della Guinea e un gambiano di 28 anni, sono stati colpiti, ma fortunatamente se la sono cavata con ferite di lieve entità. «Li abbiamo colpiti a caso, perché erano neri», la confessione di uno degli arrestati. I due soldati «non rappresentano i valori delle forze armate maltesi», ha commentato il premier Joseph Muscat, annunciando che «è in corso un’inchiesta interna, condotta con gli altri servizi di sicurezza, per stabilire se sono isolati, canaglie individuali, o facciano parte di qualcosa di più ampio». I due sono stati arrestati tra ieri sera e stamani con l’accusa di essere i protagonisti del raid di aprile quando, con una dinamica, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, che ricorda i fatti di Macerata, nelle Marche, da un’auto in corsa vennero presi di mira a colpi di arma da fuoco tre rifugiati.
c.s. – Giovanni D’Agata