Turista norvegese muore di rabbia al ritorno dal viaggio nelle Filippine: fatale il morso di un cucciolo di cane salvato dalla strada

Una turista norvegese, B.K., è morta di rabbia canina dopo esser entrata in contatto con un cane randagio, salvato dalla strada mentre si trovava in vacanza nelle Filippine. La 24.enne è deceduta lunedì scorso, due mesi dopo aver soccorso l’animale. La giovane, di Hordaland, si trovava in vacanza con degli amici e, mentre stava facendo un giro in motorino, ha incontrato il cucciolo sul ciglio della strada. La ragazza ha deciso di prendersi cura dell’animale, portandolo nel resort in cui alloggiava. Dopo aver lavato e curato il cane, la 24enne e gli amici si sono messi a giocare con lui nel giardino. Secondo la famiglia della vittima, in quella occasione avrebbe riportato graffi e morsi di piccola entità, a cui non aveva dato troppa importanza. Una volta tornata in Patria, la giovane ha iniziato però a sentirsi male e quindi si è recata in ospedale dove credevano avesse un attacco di panico. Le hanno dato dei farmaci tranquillanti e l’hanno rimandata a casa. Successivamente, prima è stata colpita da febbre e mal di testa, poi sono sopraggiunte allucinazioni, spasmi muscolari e insufficienza respiratoria. 48 ore più tardi, la 24enne arrivava in ospedale in ambulanza, in condizioni gravi. Secondo i famigliari, i medici hanno faticato a diagnosticare la malattia e nessuno, nemmeno la 24enne, ha collegato i dolori con il morso del cane. E tuttavia ci sono voluti altri tre giorni prima che i medici capissero che la donna aveva la rabbia. Dopo esser stata ricoverata più di una volta, i medici sono finalmente riusciti a diagnosticarle la rabbia, quando purtroppo le condizioni della giovane erano ormai molto gravi: la ragazza è deceduta 8 giorni dopo il ricovero. I famigliari hanno deciso di battersi affinché il vaccino antirabbico obbligatorio venga incluso nel programma di viaggio per le Filippine e per altri luoghi in cui è possibile contrarre la malattia dagli animali di strada. Ad evidenziarlo, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nella speranza di spingere i turisti italiani, e non solo, che si rechino in Paesi a rischio, a farsi un vaccino preventivo, o a correre ai ripari immediatamente in caso di morsi di animali. Nonostante la rabbia canina sia stata debellata nei Paesi più avanzati, rimane largamente presente in molti Paesi in via di sviluppo. Negli ultimi dieci anni, nove cittadini americani sono morti di rabbia dopo essere stati morsi all’estero, da Haiti all’India, mentre ogni anno nel mondo muoiono 59 mila persone di rabbia. Ma si potrebbe evitare se tutti si vaccinassero. Il cucciolo che aveva commosso la turista norvegese era troppo piccolo per incutere paura. Eppure, con un “morsetto” è costato la vita a una donna.

c.s.  – Giovanni D’Agata

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