Le Muse: il 5 Maggio la presentazione dell’ultimo romanzo di Mimmo Gangemi, “Marzo per gli agnelli”

Ancora un grande evento per il sodalizio de “Le Muse” ed ancora “un domenicale”, poiché il 5 Maggio alle ore 18, presso la Sala d’Arte di via San Giuseppe 19, al “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” approda il notissimo autore calabrese Mimmo Gangemi. Un’associazione culturale come Le Muse, dichiara il presidente Giuseppe Livoti, non poteva non invitare e presentare l’attività di uno dei rappresentanti di quella rinascita della letteratura calabrese nel contemporaneo, un autore che ha proiettato nel panorama nazionale generi e visioni di un mondo a volte lontano dalla nostra quotidianità e privo di regole. Mimmo Gangemi, è nato a Santa Cristina d’Aspromonte ed è ingegnere, scrittore e giornalista. Ha esordito nel 1995 con Un anno d’Aspromonte (Rubbettino). Nel 2002 ha pubblicato un financial thriller con la casa editrice Il Sole 24 Ore, Il passo del cordaio, poi distribuito anche in edicola in allegato a Il Sole 24 ORE nell’agosto 2003. Il libro è stato esaminato da Giancarlo De Cataldo per una eventuale trasposizione (poi non realizzata) su Crimini per Rai 2 della quale De Cataldo era curatore. De Cataldo ha portato a Einaudi in lettura un libro di Gangemi “Quell’acre odore di aglio”, libro non pubblicato da Einaudi, che però ha poi stampato due libri di Gangemi nella collana Stile Libero: “Il giudice meschino”poi adattato per l’omonima fiction e interpretato da Luca Zingaretti, Luisa Ranieri, Maurizio Marchetti, Paolo Briguglia, Gioele Dix, e “La signora di Ellis Island”uscito nel 2011. Nel 2017, insieme a Pino Aprile, Maurizio De Giovanni e Raffaele Nigro, Gangemi ha firmato “Attenti al Sud”. L’autore Gangemi spazia su più generi letterari: dalla saga familiare al noir, dal romanzo storico al thriller, dalla storia di ordinaria quotidianità alla commedia tragica. Domenica verrà presentato l’ultimo romanzo “Marzo tr gli agnelli”. Gangemi descrive con queste parole la sua ultima produzione: …la ’ndrangheta s’è acquattata nell’ombra e ha prosperato nel silenzio. Senza mai porsi petto a petto contro lo Stato. Senza più coppola, lupara e bagliori da una siepe. Senza clamori. Finché può. Finché non c’è chi si para in mezzo a sfidarla, a guastare gli equilibri saldati a sangue, gli interessi danarosi del delitto, a infrangere l’intento delle attività imprenditoriali con cui godersi i soldi delle nefandezze. È il caso di Giorgio Marro, avvocato penalista in disarmo, che s’incaponisce a scavare in faccende da cui si terrebbe alla larga se non fosse un uomo abbattuto dagli scossoni di una vita che non merita d’essere tirata oltre. Non un eroe che si veste di coraggio e di civiltà, quindi. Piuttosto uno a cui, al più, potrà capitare d’essere ucciso, ed è forse ciò che cerca, da aspirante suicida. La ’ndrangheta non può perdonargliela, come non può perdonare i veri eroi e i pentiti. Lasciarlo impunito minerebbe la forza, la paura che sparge a piene mani. Né una cosca può mostrare debolezza lasciandosi scivolare addosso gli affronti di un’altra cosca. Ed è guerra. Perché non è vero che ci sia una struttura piramidale e un capo dei capi in grado d’imporsi d’autorità e impedirla. C’è solo un custode delle regole, una figura di parata che non conta nulla, non militarmente almeno, uno utile per ingannare d’antico, di una continuità con il passato che carpisca ancora consenso. La vicenda, pur di fantasia, è perciò verosimile, ha grande aderenza con la realtà, con la cruda ferocia di personaggi che hanno la sfacciataggine di definirsi “uomini d’onore”. Una famiglia di ’ndrangheta, all’impatto con un’ingerenza che ne incrina la reputazione nefasta su cui si reggono i suoi interessi, provenga essa dall’incoscienza di un singolo o dalla tracotanza di una ’ndrina rivale, è costretta a uscire da sotto il pelo dell’acqua e ad affrontare la minaccia, pena l’indebolirsi. Qualcosa che assomiglia ai fatti narrati è già accaduto e forse purtroppo si ripeterà in seguito. Perché è nelle corde e nell’animo di certe anime truci e dannate che, pur minoranza, sciancano le carni, ammorbano l’aria, mettono in affanno le esistenze di tutti. La manifestazione vedrà i saluti della vice presidente Muse avv. Francesca d’Agostino e la presentazione del nuovo libro a cura del giornalista Eugenio Marino mentre Paola Abenavoli – critico televisivo e teatrale commenterà ciò che è stato realizzato in televisione proponendo gli scritti di Gangemi, Giuseppe Livoti dialogherà con l’autore ed interagirà con il pubblico.

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