Si è svolto oggi a Reggio Calabria il Consiglio dei Ministri, il secondo nella storia della città dello Stretto. Impotente lo schieramento di forze dell’ordine per garantire la sicurezza e lo svolgimento delle operazioni all’interno della Prefettura.
Nell’ordine hanno varcato la soglia del Palazzo del Governo di Reggio: il premier Giuseppe Conte, il Minsitro dell’Interno Matteo Salvini, il Ministro della Sanità Giulia Grillo e il Ministro per lo Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Presenti i vertici delle Forze dell’Ordine ed anche il Sindaco Giuseppe Falcomatà ed il padrone di “casa” il Prefetto sua eccellenza Michele di Bari. Fuori ad attendere il ministri curiosi, manifestanti della USB, CGIL e UIL, oltre che militanti dei diversi partiti di governo ed opposizione.
Come già era stato ampiamente preannunciato, l’argomento cardine del CdM a Reggio Calabria è stata la sanità. Dalla riunione è partito quindi il via libera al decreto sanità per affrontare l’emergenza nell’intera regione, recentemente “ri-commissariata” proprio da questo Governo.
Durante la conferenza stampa è stato il Premier Conte a riferire sui provvedimenti che l’esecutivo sta adottando per la Calabria e anche per il Sud più in generale. Oltre al citato DL sanità, ha quindi ricordato l’impegno per il rilancio della costruzione di nuove infrastrutture, gli investimenti in tal senso sul Porto di Gioia Tauro che dovrebbero garantire sviluppo e lavoro per l’intera provincia, i 150 milioni di euro destinati ad interventi in tema di dissesto idrogeologico, investimenti finanziari nel settore del risparmi energetico e la soluzione del wi-fi gratuito nei centri con meno di 2000 abitanti.
Insomma a Conte, che all’entrata si era intrattenuto con i precari dei Vigili del Fuoco, ha voluto ricordare l’impegno dell’attuale Governo nei confronti della Calabria. Il Governo nel decreto sanità, che avrà una durata di 18 mesi, ha stabilito 3 direttive.
La prima che riguarda una verifica attenta della situazione attuale per decidere eventualmente se rimuovere figure apicali della sanità regionale.
La seconda una gestione “virtuosa” della parte fallita delle aziende sanitarie per dissociarla dal nuovo corso delle stesse per favorirne la ripresa.
La terza che riguarda la fase degli acquisti, quest’ultimi saranno rigorosamente disciplinati e controllati da appositi enti, per evitare sprechi e le solite intrusioni. E’ stata la stessa titolare del ministero, Giulia Grillo, ad esporli ravvedendone lo strumento per una gestione della spesa sanitaria non in rosso.
Un’assenza pesante è stata quella del Presidente della Regione Mario Oliverio, al momento la massima carica politica in Calabria, non avrà gradito l’ingerenza del Governo centrale nel settore sanitario locale ?!?… Come interpretarla altrimenti? Se non un fatto molto grave? Perché il governo regionale non dovrebbe vedere di buon occhio la supervisione di Roma nel settore sanitario? A discapito di chi va questa situazione di attrito politico, se non dei calabresi?…