Per continuare il dialogo con la città di Reggio Calabria, con i Reggini, Confintesa Funzione Pubblica mutua le parole che il compianto Enzo Tortora, al suo rientro in RAI, dopo le dolorose e assurde vicende giudiziarie che lo avevano ingiustamente colpito, pronunciò rivolgendosi al suo pubblico di “Portobello”ed a tutti quegli italiani che lo avevano sostenuto nella sua battaglia di dignità e giustizia, “Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati”. E dove ci eravamo lasciati? Ci eravamo lasciati al 19 novembre 2017, data di entrata in vigore della riforma del c.d. “Codice Antimafia” che sanciva il “declassamento” della sede di Reggio Calabria dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (acronimo ANBSC) da “principale” a “sede secondaria” nel silenzio assordante di tutti i rappresentanti istituzionali, politici e non, non solo Reggini, ma dell’intera Calabria. Si citano, giusto perché solo chi ha memoria del proprio passato può avere un futuro, i Reggini che ricoprivano importanti e strategici ruoli politici all’epoca del declassamento: l’on. Marco Minniti, Ministro dell’Interno, Autorità di Vigilanza dell’Agenzia, il sen. Nico D’Ascola, Presidente della Seconda Commissione Giustizia del Senato in seno alla quale si è concretizzato lo “scippo” a danno della città, il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà del Partito Democratico, lo stesso Partito dell’on. Rosy Bindi che ha fortemente voluto ed ottenuto tale declassamento, certo avremmo preferito che si fosse dedicata, Lei eletta in Calabria, ai suoi studi teologici piuttosto che a questa “decisione scellerata” . Continuando con la rassegna dei Reggini doc, si fa per dire, ricordiamo l’on. Rosanna Scopelliti, all’epoca Presidente del Comitato per i Beni Confiscati, organismo interno della Commissione Parlamentare Antimafia presieduta dalla stessa Bindi. Così come è anche giusto ricordare l’ “indifferenza” delle Università, degli Ordini Professionali, delle Associazioni di Categoria, delle altre Organizzazioni Sindacali, tutti soggetti che non hanno dato alcun segnale concreto di difesa della sede principale di Reggio Calabria dell’ANBSC.
Ma veniamo ai nostri giorni.
Il 3 dicembre 2018 è stata pubblicata la legge 1 dicembre 2018, n. 132 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113 (c.d. Decreto Salvini o Decreto Sicurezza e Immigrazione) recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate”.
All’interno di tale legge la sede di Reggio Calabria non è più l’ “unica sede secondaria” ma addirittura viene proprio “cancellata ” la parola Reggio Calabria: “ L’Agenzia ….. ha la sede principale in Roma e fino a 4 sedi secondarie…..”. Confintesa Funzione Pubblica, per il tramite dello scrivente, dirigente sindacale reggino che ha il dovere di difendere il proprio territorio, invita il Ministro dell’Interno, on. Matteo Salvini, finalmente anche meridionalista, seppur dell’ultima ora, a farsi parte attiva e concreta per ridare “dignità” alla sede di Reggio Calabria dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati, sede presso la quale, sin dalla sua istituzione nel 2010, sono state esercitate tutte le funzioni dirigenziali di coordinamento delle attività, sia di quelle relative al suo funzionamento che di quelle proprie della sua “mission” istituzionale, ovvero la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata agli Enti previsti dalla normativa vigente (Comuni, Province, Regioni, Amministrazioni Statali, Forze di Polizia, Vigili del Fuoco), con risultati di tutto rispetto: su oltre 20.000 beni confiscati acquisiti in gestione (mobili, immobili e aziende) ne sono stati destinati, in poco tempo e nonostante l’esiguità delle risorse umane disponibili, più di 15.000: “il maltolto è ritornato welfare”.
L’on. Matteo Salvini forse non è conoscenza che con provvedimento del 29 Ottobre 2018 il Direttore pro-tempore dell’Agenzia ha assegnato alla sede reggina soltanto 28 dipendenti rispetto alle 200 unità di personale della dotazione organica complessiva, il cui aumento, peraltro ancora insufficiente per l’ingente carico di lavoro, è stato voluto dal precedente governo. L’on. Matteo Salvini, di certo animato da buoni propositi nella lotta alla criminalità organizzata, metta da parte per un attimo il suo colore preferito, il “verde”, e indossi quello “amaranto”, il colore della città di Reggio Calabria, che gli ricordiamo essere, purtroppo, il cuore pulsante della ‘ndrangheta, la mafia di tutte le mafie, e restituisca alla sede reggina, con opportune modifiche legislative e con decisi interventi sull’attuale “governance” dell’Agenzia, quell’importanza e quella valenza che le erano state attribuite nel 2010 con voto unanime del Parlamento Italiano, dimostrando poi sul campo di meritare tale riconoscimento, senza nulla togliere alle altre sedi di Roma, Palermo, Milano e Napoli.
Confintesa Funzione Pubblica si rende disponibile, sin da subito, ad un confronto con il Ministro dell’Interno e si farà promotrice perché ciò avvenga. Per ultimo: con i sopra citati provvedimenti legislativi ed organizzativi, i Reggini ne hanno ormai “viste di tutti i colori”, vorrebbero in futuro non ricevere sorprese ancora più “nefaste” di quelle sino ad oggi Loro riservate, ed auspicano che l’on. Salvini, nell’annunciato Consiglio dei Ministri del 18 aprile p.v. da tenere a Gioia Tauro, dia prova di essere “convinto” meridionalista.
Reggio Calabria, 16 Aprile 2019
dr. Lorenzo FEDERICO
Coordinatore Nazionale per l’ANBSC
CONFINTESA Funzione Pubblica