Ciò che sta succedendo al dibattito politico cittadino non è più sopportabile. E se la maggioranza in Consiglio Comunale crede di potere gettare il confronto dialettico in pasto ad una vergognosa rissa significa che o non ha compreso appieno la drammaticità del momento che la città sta vivendo oppure ha il preciso obiettivo di distogliere l’attenzione dei reggini dalla evidente incapacità amministrativa sinora dimostrata. È il momento di intervenire, per far comprendere a questi amministratori che Reggio è stanca di assistere a lamentose giustificazioni, alle solite ormai inflazionate scuse, alla ricerca di un passato recente, che personalmente ho vissuto da semplice cittadino, ma che, già soltanto per opere realizzate e servizi prestati aveva fatto diventare grande Reggio e inorgoglito per un decennio i suoi abitanti. Nelle zuffe chi perde è sempre la verità, per dirla con Publilio Siro e questa pantomima scellerata, inscenata sulle spalle dei reggini, volgare e rabbiosa reazione che puntualmente scatta ogni qualvolta questa amministrazione viene inchiodata dai fatti davanti alle proprie responsabilità, ha davvero sfiancato tutti.
Troppo facile ma non più tollerabile risulta assistere a scene scomposte e goffamente aggressive per controbattere a ragionate e legittime critiche dell’opposizione sull’operato di una giunta che incassa fallimenti su fallimenti a guardare le condizioni pietose in cui versa la città. A meno che i signori del PD e della sinistra non si siano ancora accorti che la cortina di ferro delle dittature sovietiche ha pietosamente fatto il suo tempo e che le minoranze esistono per fungere da critica e stimolo a chi sta governando. “La verità fa male, lo so”, ma quando si è chiamati a rispondere a fatti precisi, documentati e legittimamente portati all’attenzione dell’opinione pubblica, per sottrarsi alle doverose risposte che la città pretende, non si può ancora oggi agitare istericamente lo spauracchio delle amministrazioni precedenti, con argomentazioni che, se in passato hanno consentito di ingannare gli elettori, oggi, alla luce dello sfascio frutto della loro incapacità, non attecchiscono più. Sarebbe troppo facile abbassare il livello dello scontro alle infime quote che la sinistra vorrebbe come scenario dell’agone politico, per indugiare in riferimenti ad atti giudiziari, considerata la copiosa bibliografia su tanti esponenti dell’attuale maggioranza, a scomode parentele, bandi e concorsi finiti nell’occhio degli inquirenti ed importanti fattispecie di illecito su cui la magistratura sta indagando, ma ciò significherebbe prima di ogni cosa delegittimare la politica, far straripare dal letto del fiume la dialettica della più nobile delle arti, nel cui primato, viceversa, credo fortemente. Noi non cadremo in tentazioni vendicative e non scadremo fino ai bassifondi della contesa, ma continueremo ad inchiodarli sulle loro responsabilità amministrative. Convinti di un garantismo senza convenienza, non speculeremo sulle loro vicende giudiziarie, bensì insisteremo e li incalzeremo perché i reggini ottengano risposte concrete. Faremo, cioè, ancora quella attività di opposizione che pare la maggioranza non sia più in grado di sopportare restando nei canoni della civile contrapposizione. Continuare a scappare e ad eludere i fatti, tentando di impartire sermoni di legalità da un pulpito di fragili carte false è una intollerante piega che sfocia nell’attacco personale, umilia la dignità delle persone e calpesta ogni principio del libero confronto. Reggio ha bisogno di ben altro, merita le attenzioni di una classe dirigente che si occupi delle gravissime condizioni di invivibilità che affliggono il territorio in ogni settore, che provi a fornire i servizi essenziali e a garantire i diritti elementari di cui si assiste ogni giorno ad un vero e proprio stillicidio. Sappiano questi signori che gettare fango sul passato non li farà diventare dei buoni amministratori. Perché i reggini ricordano bene che quegli eventi tanto vituperati con le quelle frasi ormai in desuetudine, ripetute a ritornello a fini propagandistici, hanno portato ad un ritorno economico sull’indotto cittadino senza precedenti. E i reggini sono esausti, vogliono fatti, strade, pulizia, servizi. Ed hanno diritto di vivere una vita normale che vada oltre l’emergenza, che conduca ad uno sviluppo dell’unica vera risorsa del territorio e cioè il turismo. Non mettiamo ancora trppo a dura prova la loro pazienza, ricordandoci che per un popolo esiste un’azione peggiore che quella di togliergli il diritto di voto, e consiste nel togliergli la voglia di votare.
Il Coordinatore Provinciale
Ernesto Siclari