“La nostra è una battaglia culturale ancor prima che un semplice e normale contrasto all’evasione fiscale”. Il consigliere comunale delegato alla riscossione e contenzioso, Rocco Albanese, torna a parlare dei risultati emersi dallo studio della società “Hermes” sul vizio specioso di quanti si presentano inadempienti al cospetto dell’accertamento tributario. Dati, come si ricorderà, che soltanto pochi giorni addietro il sindaco Giuseppe Falcomatà ha presentato nel salone dei lampadari di Palazzo San Giorgio puntando il dito proprio contro i “furbetti della bolletta”. Ed Albanese riparte giusto dalle parole del primo cittadino per ribadire come sia fondamentale “pagare tutti per pagare meno”. “I dati emersi dall’analisi della società di via Sbarre inferiori – afferma Albanese – ci consegnano un quadro desolante. Fa specie che 1261 cittadini siano evasori totali, ma fa rabbrividire il fatto che personaggi politici, associazioni o persone insospettabili possano comparire nella triste categoria dei fantasmi tributari”.
C’è un dato, comunque, che il consigliere del Partito Democratico tende a sottolineare: “E’ emerso come, da questo punto di vista, i meno virtuosi non siano i quartieri più comunemente definiti popolari, piuttosto va censurato il comportamento di chi vive, opera e lavora nelle zone centrali della città. E’ lì che si nascondono le maggiori sacche di evasione tributaria. Dunque, se chi non avrebbe difficoltà economiche perché dispone di un lavoro sicuro e remunerativo non paga le tasse a danno di chi invece ha più difficoltà economiche, appare in tutta la sua indecente evidenza come non sia una questione di mancanza di possibilità, ma l’insana propensione a fare la parte del furbetto e a non volere mettersi in regola con la propria posizione fiscale. Tutto ciò è davvero inaccettabile e per questo bisogna gridare allo scandalo”.
“Certe prassi – continua – appaiono consolidate nell’insana cultura che domina i furbi e non è più rinviabile una seria rivoluzione culturale. La gente deve capire, soprattutto adesso che i Comuni devono fare i conti col taglio vertiginoso dei trasferimenti statali, che non pagare i tributi equivale a non consentire un adeguato sistema dei servizi che si autoalimenta per l’appunto con l’incasso dei tributi. E’ necessario invertire la tendenza e bene fa “Hermes” ad indagare e colpire attraverso continui accertamenti”. Perché, in soldoni, l’evasione tributaria dei quasi 1300 reggini “ha comportato mancate entrate per circa 5 milioni di euro nelle casse del Comune”.
“Ditemi voi – è l’appello di Rocco Albanese – se una cosa simile possa mai essere concepita. Mettiamoci una mano sulla coscienza e cerchiamo di fare, ognuno dalle proprie posizioni, la nostra parte. Ne guadagna l’ente, ne guadagna la città, ne guadagnano i cittadini che avranno modo di vivere e crescere in un territorio dove solidarietà, equità e giustizia tributaria saranno fra gli elementi validanti di un’azione di crescita economia e sociale dell’intero territorio”.