Chiave di volta dell’appuntamento di Domenica pomeriggio presso Palazzo Alvaro a Reggio Calabria, nell’incontro organizzato dall’associazione NAÒS Arte&Cultura con Sergio Bertolino, è stata la parola poetica, quella che chiede di fare silenzio, di usare nuovi alfabeti quando è davvero necessario parlare, quella che chiede di guardarci ancora negli occhi e di vivere di sguardi e respiri oceanici. E “Chiave di volta” è il titolo della prima raccolta in versi dell’ospite di NAÒS, edita nel 2018 da Nulla Die edizioni. L’evento è stato presentato e mediato dalla dott.ssa Eleonora Maria Barbaro, vicepresidente di NAÒS, e impreziosito dalla lettura di alcuni versi dell’autore, nell’interpretazione magistrale della dott.ssa Cinzia Aurelia Messina. Lo studio della Barbaro sulla silloge di Bertolino ha scandagliato tanto il singolare uso dei lemmi e della metrica di cui il poeta si avvale come profondo conoscitore della materia (essendo un filologo esperto di letteratura comparata e un musicista) quanto i punti cardinali della ricerca interiore dell’autore. Una parola poetica che la Barbaro ha accostato per analogia alla stpria del figlio di Creso, colui che parlò una ed una volta soltanto, in preda alla paura cieca di vedere suo padre ucciso per mano nemica dopo la disfatta in battaglia. Così la poesia di Sergio Bertolino è un grido di ostentazione e riserbo, che non scaturisce da un’avulsa chiusura nel proprio eremo, ma da una vita “on the road”, fatta di incontri e storie vere – le gesta degli ultimi – che l’autore fagocita nel proprio io e che non gli danno tregua finché non trovano il loro posto nel mondo attraverso la parola-nemesi di una società che non li considera e, anzi, li rigetta. La riflessione della vicepresidente di NAÒS ha dato avvio ad una chiacchierata con l’autore e con il pubblico, in cui si sono fatti largo un excursus nella poesia di tutti i tempi – passando inevitabilmente da Giacomo Leopardi e da William Blake per approdare a pietre miliari della filosofia come Theodor Adorno e Ludwig Feuerbach – e considerazioni su temi importanti e sempre controversi come il valore della poesia nella contemporaneità, il dolore e la solitudine dell’uomo (così inafferrabili invalicabili e straordinariamente onnipresenti), l’esistenza… o inesistenza di Dio e la responsabilità di ogni singolo essere umano di fronte anche all’ipotetico nulla di non perdersi in un atteggiamento di rassegnazione, ma di corteggiare “lo sporco, l’arduo, il difforme / quel che si affaccia al nonsenso per metterne alla prova il nome” e raccogliere “il guanto della sfida”, come riportiamo dai versi dell’autore stesso, e come è nello spirito della Barbaro e di Alessandro Gallo, presidente dell’associazione, che conclusa questa manifestazione, volgono già i loro occhi e muovono i loro passi verso nuove mete con rinnovato entusiasmo.