Lo abbiamo detto nel Settembre del 2012, quando si paventava di sciogliere il Comune di Reggio Calabria, cosa avvenuta il 9 Ottobre dello stesso anno per “contiguità” con organizzazioni mafiose. Quella scelta umiliante dell’allora Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, ha massacrato la nostra città. L’arrivo dei commissari, quindi del burocrate che sostituisce il politico, ha ridimensionato la vita dei reggini: economicamente con l’aumento smisurato delle imposte; in termini di servizi al cittadino, sempre minori e di pessima qualità; e soprattutto moralmente. Da quello sciagurato evento del lontano 2012 la città non si è più rialzata, nonostante quello scioglimento non era per dissesto finanziario, cosa che accadrebbe oggi, ma per “contiguità mafiosa” (e non per infiltrazioni). I repubblicani hanno criticato molto l’operato del Sindaco Falcomatà, povero di ogni tipo di programmazione a lungo termine e risicato al solo presente, talvolta neanche a quello. Ma il problema è solo ed esclusivamente politico, da risolvere dentro la cabina elettorale con l’elezione del nuovo consiglio comunale e, di conseguenza, di una nuova gestione della Città. Il peggior politico è sempre meglio del miglior commissario. A distanza di sette anni, torniamo a ribadire che la classe politica reggina, di destra e di sinistra, maggioranza ed opposizione, deve unirsi attorno alla città per evitare il disastro di un nuovo scioglimento, che porteremo in groppa per lunghissimo tempo. Ancora i reggini portano dietro le cicatrici dello scioglimento nel ’92 per iregolarità amministrative. Bene fa Falcomatà a chiamare le minoranze politiche e consiliari all’unità, come forza politica accogliamo positivamente l’appello e invitiamo le altre a fare lo stesso. Ma ancora una volta ne sbaglia i modi. Il Sindaco, che era nello schieramento dei tifosi per lo scioglimento del Comune nel 2012, da un lato chiede aiuto alle minoranze, dall’altro le accusa di aver causato loro il disastro economico, sebbene Scopelliti non è più Sindaco di Reggio dal 2010! Non abbiamo bisogno delle sue tardive e interessate chiamate alle armi per mettere Reggio e i reggini al centro del nostro impegno. Come repubblicani non intendiamo difendere nessuno. Ciò che vogliamo tutelare è solo la nostra città. In caso di scioglimento, per tre anni avremmo nuovamente i “podestà”, burocrati che, per quanto bravi, si limiterebbero alla gestione ordinaria della città.
Demetrio Giordano
Partito Repubblicano Italiano
Segretario Sezione “R. Sardiello” – Reggio Calabria