Una 30enne ha scavalcato una barriera di protezione per scattare una foto col felino. Gravi lacerazioni ad un braccio. Oggi, la giovane donna si è scusata con lo zoo per il suo pericoloso comportamento
Il fatto dell’assurda vicenda è avvenuto al Wildlife World Zoo, Aquarium & Safari Park, struttura di Litchfield Park in Arizona. Una trentenne in visita alla zoo, con il pallino della fotografia, è stata aggredita mentre tentava di fare un selfie pericoloso con un giaguaro. Per poter immortalarsi in una foto, l’imprudente visitatrice ha scavalcato una barriera. Le indagini,infatti, hanno stabilito l’esatta sequenza degli eventi che avrebbero già confermato le responsabilità della sconsiderata visitatrice. In particolar modo sono risultate fondamentali le immagini registrate dalle videocamere di sorveglianza dello zoo. Non è dunque stato il giaguaro a scavalcare la barriera, bensì la donna, nel folle tentativo di scattare una foto col felino. L’animale ha aggredito la trentenne utilizzando le zampe anteriori e lacerandole il braccio, e se la situazione non è ulteriormente degenerata lo si deve all’intervento di un altro visitatore. La giovane, infatti, è stata salvata dall’intuizione di una signora che ha distratto l’animale tirando una bottiglietta d’acqua verso la gabbia. I funzionari dello zoo si sono limitati a precisare che la temeraria avventrice è una trentenne Gravi le lacerazioni all’arto, tuttavia la trentenne non si trova in pericolo di vita. Preoccupanti le parole del proprietario della struttura, il quale ha raccontato un caso molto simile ai giornalisti che lo intervistavano. “Ogni tanto capita”, ha detto Mickey Ollson. “Noi mettiamo cartelli e ostacoli, ma loro riescono a finire nei guai”. I responsabili della zoo, inoltre, hanno assicurato, via Twitter, che la femmina di giaguaro non ha mai lasciato il recinto e, soprattutto, che non sarà abbattuto. Oggi, la giovane donna si è scusata con lo zoo per il suo pericoloso comportamento. La vicenda qui raccontata sembra incredibile, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“. Nel senso che mai e poi mai vorremmo credere che qualcuno sia rimasto ferito o peggio, per scattarsi il selfie “perfetto”. Eppure è accaduto. Perché se in fondo può essere una bella sensazione guardare il proprio selfie e accorgersi di aver dato vita a un’opera fantastica, può essere altrettanto sciocco perdere la vita per scattare un autoscatto che non vedremo mai. Un selfie non dovrebbe mai costare la vita a nessuno.
C.S. – Giovanni D’Agata