Pedà: “Al Tavolo delle Istituzioni la questione delle farmacie rurali”

“Con una istanza di inserimento all’ordine del giorno per la III Commissione Sanità – inviata ieri al presidente On. le Mirabello ed a tutti i componenti di tale organo –  ho chiesto che costituisca oggetto di apposita discussione la problematica relativa alla profonda crisi del sistema delle farmacie, con particolare riferimento alle farmacie rurali”. È quanto rende noto il consigliere regionale Giuseppe Pedà. “Tale intervento – spiega – prende spunto dalle numerose segnalazioni pervenute dalle Associazioni di categoria più rappresentative – Sunifar (Sindacato delle farmacie rurali), Federfarma Provinciale nonché dall’Ordine dei farmacisti di Reggio Calabria – che, a più riprese ed ormai da tempo,  hanno lanciato un allarme rispetto ad una  problematica che – lungi dal rappresentare interessi e prerogative settoriali – presenta aspetti di grande rilievo in termini di erogazione di prestazioni a rilevanza sanitaria in territori che, per dimensioni e localizzazione geografica, esprimono una evidente sofferenza rispetto alla garanzia della presenza di presidi sanitari di base”. Come evidenziato da Pedà “la ‘Farmacia Rurale’ – per le sue modalità di gestione e per la presenza di personale qualificato e specializzato – può e deve essere un punto di riferimento importante in una Regione che soffre molto e da lungo tempo di un’endemica incapacità delle Autorità Sanitarie di garantire i benché minimi servizi di base. Ritengo che le segnalazioni ‘tecniche’ che pervengono dagli esponenti di categoria debbano essere oggetto di attenta valutazione e di una presa di coscienza finalizzata all’apertura di un confronto serio e costruttivo anche a livello regionale.  Da ultimo, ho potuto visionare il progetto predisposto dal Comitato farmacisti rurali dell’Area Grecanica, già trasmesso alla S.V. in data 21 febbraio u.s., che oltre ad una riorganizzazione strutturale del servizio farmaceutico, prospetta anche una soft option in termini finanziari che merita, quantomeno, di essere oggetto di attenta valutazione a fronte della ingente (e purtroppo inefficace) spesa sanitaria in Calabria”. “Numerosi Comuni (Calanna, Candidoni, Bagaladi, Bruzzano, Bova, Rughudi, Staiti, Montebello, Roccaforte, Sant’Agata del Bianco, per citarne alcuni), sottolinea Giuseppe Pedà, corrono il rischio di perdere un presidio che – oltreché la ordinaria prestazione farmaceutica – rappresenta un punto di riferimento per i bisogni più immediati della popolazione che vede nella figura del farmacista un punto di riferimento insostituibile”. “Molte delle Istituzioni locali sopraindicate, hanno dato corpo, mediante l’adozione di atti deliberativi, ad una esigenza della popolazione rispetto alla quale la politica deve mantenere alti i livelli di attenzione. A tal fine pertanto in adesione alle segnalazioni delle associazioni di categoria anzidette, sono a chiedere che l’ordine del giorno della prossima riunione della III Commissione Sanità venga integrato con la previsione del seguente punto: ‘Interventi della Regione Calabria in materia di gestione e salvaguardia delle Farmacie Rurali’”. “Auspico che nella stessa convocazione – rilancia Pedà – sia prevista  l’audizione del dr. Giuseppe Afflitto (responsabile del Sunifar di Reggio Calabria), del dr. Ettore Squillaci (responsabile di Federfarma provinciale di Reggio Calabria), della dr.ssa Angela Daniela Musolino (presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Reggio Calabria), del dr. Antonio Belcastro  (direttore del Dipartimento Salute Regionale), del dr. Domenico Carbone (direttore Distretto Sanitario Reggio Calabria)  e del  dr. Saverio Zuccalà (presidente del Comitato Farmacie Rurali), al fine di approfondire in maniera esaustiva e tecnica tutte le problematiche sottese alla questione oggetto di trattazione.” “Tale richiesta – conclude il consigliere regionale – si inserisce in un contesto di ormai innegabile ed endemica crisi del Servizio Sanitario Calabrese, nelle cui dinamiche le farmacie – soprattutto quelle dei centri molto piccoli e territorialmente isolati – rappresenta l’unico presidio disponibile H24 per le prime esigenze di tutela sanitaria dei cittadini. La presenza del farmacista – soggetto professionalmente qualificato – costituisce paradossalmente l’unico punto di riferimento in territori privi di qualsivoglia centro sanitario di base. Da qui la richiesta formale intesa a portare su un tavolo istituzionale e politico una questione che non può essere sottovalutata dagli organismi regionali”.

 

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