Il Governo oggi ha risposto solo parzialmente in Aula alla mia interpellanza sulla paradossale vicenda del Porto di Gioia Tauro. Attraverso il Sottosegretario all’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, On. Salvatore Micillo, l’esecutivo nazionale ha dichiarato di prestare particolare attenzione alla vicenda e di aver fatto sue, almeno sulla carta, alcune delle rimostranze che nell’istanza parlamentare avevo ben chiarito e che stamane, durante la relazione espositiva, ho avuto modo di ribadire con ferma determinazione. Non si discute che l’intenzione generale è di preservare i livelli occupazionali attraverso un incremento dei volumi di traffico operativi del porto e che, chiaramente, devono essere consequenziali ad investimenti mirati e ad una politica di crescita commerciale lungimirante. Purtroppo, però, già dal tavolo ministeriale della scorsa settimana, l’elemento di maggiore preoccupazione che è emerso è il fattore tempo: non si può dare un solo giorno di più a chi non si presenta neanche ad un incontro fondamentale per la vita di cinquecento famiglie, evitando, di fatto, il confronto diretto e la ricerca di una soluzione. La mia interpellanza ha chiaramente fornito un input importante al Ministro Toninelli che, opportunamente, e come confermato in Aula dal On. Micillo, ha avviato nei confronti dei due azionisti del Terminal calabrese per il tramite dell’autorità portuale, il procedimento di decadenza della relativa concessione demaniale delle banchine del porto di Gioia Tauro. Un’azione che ho inteso precisare non sia solo formale, mi auguro, proprio per tutelare i lavoratori ma anche per garantire la continuità operativa della struttura che, per rimanere nella rete “core”, necessita del volume di traffico container previsti dalla normativa europea. Il Sottosegretario però, nella replica garbata e solo per pochi aspetti positiva, non ha chiarito come attivare una gestione strategica maggiormente supportata dal Governo proprio in virtù di quanto ho fatto notare più volte, e cioè che i porti stranieri del Mediterraneo di concorrenza diretta per grandezza e capacità di trasbordo, godono di attenzioni costanti dagli stati di appartenenza. Avevo anche chiesto di manifestare subito le caratteristiche di un eventuale “Piano B”, se la situazione dovesse volgere al peggio, ma anche su questo, tranne espressioni di buona volontà, di concreto nulla. Dunque, il Governo ha ascoltato ma non ha risposto completamente, ed il tempo non è sicuramente nostro alleato. Da parte mia posso solo ribadire quanto in Aula ho espresso, dando seguito alle mie richieste fino a quando non finirà la vergognosa consuetudine di anteporre gli interessi economici di società private alla vita reale dei calabresi.
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