Reggio Calabria. Un arresto per omicidio nel 1988 durante la guerra di ‘Ndrangheta a Siderno

All’esito di articolate indagini condotte dalla Squadra Mobile reggina, sotto le direttive della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni BOMBARDIERI, il 15.2.2019 è stata notificata in carcere a C.T. classe 1959, elemento di spicco dell’omonima famiglia di ‘Ndrangheta di Siderno (RC), un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, perché ritenuto il principale autore di un efferato omicidio avvenuto a Siderno durante la cruenta faida scoppiata tra le cosche COMMISSO e COSTA, tra la fine degli anni ‘80 e gli inizi degli anni ’90.

Secondo gli elementi acquisiti nel corso delle indagini – coordinate dal Procuratore Aggiunto Giuseppe LOMBARDO e dai Sostituti Procuratori della D.D.A. di Reggio Calabria Antonio De BERNARDO (oggi in servizio alla D.D.A. di Catanzaro) e Giovani CALAMITA – C.T., esponente dell’omonima ‘ndrina di Siderno, con premeditazione, ha deciso, organizzato ed eseguito, in concorso con un soggetto deceduto, l’omicidio di F.V. classe 1937, avvenuto a Siderno il 19.11.1988, mediante l’esplosione al suo indirizzo di almeno tre colpi (di cui due andati a segno) di un fucile da caccia, caricato a pallettoni, che attinsero la vittima al capo, al tronco ed agli arti, provocando gravi lesioni del cervello e ai polmoni, causandone l’immediato decesso.

F.V. alias “brigante”, era il padre di F.A. e F.C., intesi anch’essi “i briganti”, attualmente latitanti in Canada. Nella stessa inchiesta è indagato anche C.G., non destinatario di misura cautelare, per l’omicidio di B.D., avvenuto a Siderno il 27.12.1988 mediante esplosione di colpi d’arma da fuoco. L’omicidio contestato a C.T. si inserisce nell’ambito della violenta faida esplosa a Siderno (RC) tra la fine anni degli ’80 e gli inizi degli anni ’90, tra le cosche di ‘ndrangheta dei COMMISSO e dei COSTA.

Durante il periodo della faida, la ‘ndrina dei COSTA era guidata da C.G., il quale, anche dopo il suo arresto e successivamente alle sentenze di condanna avvenute in seguito al noto processo Siderno Group, ha continuato a far parte del sodalizio, impartendo direttive e ricevendo, all’interno del carcere, doti di ‘ndrangheta di livello provinciale, fino a quella del “quartino” nel 2007. C.G. ha iniziato a collaborare con la giustizia nel 2012 e le sue dichiarazioni – utilizzate anche in diverse inchieste che hanno portato alla sbarra esponenti di spicco della cosca COMMISSO (per es. “Crimine”, “Bene Comune-Recupero”, “Morsa sugli appalti”) – sono alla base della contestazione di omicidio formulata dai magistrati a carico del predetto C.T. classe 1959.

Le propalazioni del collaboratore di giustizia, integrate dalle dichiarazioni di un altro collaboratore, ovvero, C.C. (autista del gruppo e coinvolto nelle azioni di fuoco poste in essere dai COSTA), sono state oggetto di approfonditi riscontri effettuati dalla Squadra Mobile, sotto le direttive della D.D.A. di Reggio Calabria.

Storicamente, le famiglie criminali dei COSTA, dei CURCIARELLO, dei COMMISSO e dei MACRÌ, costituivano un gruppo unitario di ‘ndrangheta esistente a Siderno, il cui capo indiscusso era Don A.A., che per primo aveva allacciato rapporti con le persone emigrate da Siderno negli Stati Uniti, nel Canada ed in Australia.

Proprio durante la sua reggenza nacque la c.d. “Siderno Group of Crime”, ovvero, quell’organizzazione criminale operante in Canada ed in Australia, che dipendeva direttamente dalla cosca madre di Siderno. Dopo l’omicidio di M.C., avvenuto nel 1975, nel corso degli anni, prese il potere C.C. classe 1950 “u quagghia”, alla cui famiglia erano alleati i COSTA, fino all’omicidio di C.L., fratello del collaboratore, ucciso dai COMMISSO il 21.1.1987, per vendicare un furto di armi a casa di C.C.

Tale omicidio aprì la sanguinosa faida, in cui si inquadra l’uccisione di F.V. classe 1937 inteso “brigante”, legato al gruppo dei COMMISSO, in relazione al quale la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria assolse C. G., dopo la condanna comminata a quest’ultimo in primo grado.

L’omicidio avvenne la notte del 19.11.1988, davanti l’abitazione della vittima, ucciso mediante esplosione di colpi di fucile caricato a pallettoni. Il collaboratore di giustizia, nel corso degli interrogatori, ha attribuito al fratello C.T. un ruolo decisivo nell’omicidio, dichiarando che è stato eseguito in concorso tra C.T. e un altro soggetto (poi deceduto) affiliato con i MAZZAFERRO, entrambi, all’epoca, latitanti. Le sue affermazioni si basavano sulle confidenze ricevute proprio da quest’ultimo soggetto, qualche settimana dopo l’omicidio. Il G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, pertanto, ha ritenuto attendibili le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, disponendo la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di C.T., che gli è stata notificata nel carcere di Viterbo, dove è attualmente detenuto.

Comunicato stampa  – Questura di  Reggio Calabria

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