“La recente conclusione degli interminabili lavori di manutenzione straordinaria del tratto terminale della Circonvallazione a Nord del centro storico della città ed i drammatici guasti provocati per mesi in termini di circolazione non solo dalla zona sud e viceversa, ma anche dalla zona collinare al centro di Reggio, ripropone l’urgente necessità di riprendere la vecchia ma sempre attuale questione del prolungamento delle aste del Calopinace verso il popoloso l’entroterra, per creare una vera via comunicazione alternativa a quelle attuali, ormai quotidianamente troppo intasate e del tutto inadeguate a contenere il traffico che si sviluppa non solo nelle ore di punta”. E’ quanto afferma Pasquale Imbalzano, Consigliere Comunale di Forza Italia, che ritiene ormai improcastinabile affrontare urgentemente una questione antica ed oggi divenuta ineludibile. “Non vi è ora del giorno, che l’unica vera via di accesso alla zona collinare della città da S. Giorgio Modena, verso S. Sperato, la stessa Cannavò, Sala di Mosorrofa e Mosorrofa, Cataforio e S. Salvatore e tutto l’entroterra verso l’Aspromonte, che non sia del tutto intasata da un traffico notevolmente cresciuto in questi anni per il considerevole aumento delle costruzioni e della popolazione residente”, continua ancora Pasquale Imbalzano. “Urge pertanto reperire le risorse necessarie – e non mancano certo le fonti di finanziamento ove esiste la volontà politica – per collegare in modo funzionale e, vorremmo dire civile, tante frazioni del nostro territorio al centro, oggi reso assai difficile e con costi sociali ormai insostenibili. Migliaia di persone, ogni giorno, per motivi di lavoro, di studio e quant’altro, sono costretti a muoversi verso il centro cittadino provocando sull’unico collegamento di fatto attualmente esistente intasamenti e file interminabili”, aggiunge ancora Pasquale Imbalzano. “Invitiamo pertanto l’Assessore ai Lavori Pubblici ed il Sindaco a riconsiderare l’attuale situazione viaria di tutta la zona collinare della città e così come si è pensato di fare per le frazioni a nord del Torrente S. Agata, siamo convinti non possa essere dilazionata una soluzione che guardi ai prossimi 20 – 30 anni per tutta l’area che insiste nel vasto comprensorio a monte dell’attuale percorso delle aste del Calopinace, rimasto senza alcun motivo negli anni monco, rispetto al progetto originario,” conclude Pasquale Imbalzano.