Comando Provinciale di Agrigento – Canicattì (AG), 15/02/2019 09:38
Carabinieri Agrigento. Prosegue l’azione di contrasto alle violazioni ambientali ed in materia di gestione dei rifiuti sul territorio dell’intera provincia. Continuano in modo incessante i controlli dei Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, in sinergia con i militari del Centro Anticrimine Natura. Nelle ultime ore infatti, nel territorio di Canicattì, è scattato il sequestro di un’area estesa circa 20.000 metri quadrati, precedentemente adibita a cava di calcare. I militari dell’Arma, nel corso di un minuzioso sopralluogo, hanno scoperto che quella che doveva essere un’operazione di recupero ambientale, di fatto, altro non era invece che un vero e proprio illecito di natura ambientale. Infatti, il concime naturale detto “compost”, originato dalla frazione umida dei rifiuti organici provenienti dalle nostre case, doveva essere utilizzato per colmare il vuoto della ex cava di calcare in questione, ove si sarebbe dovuto successivamente impiantare un vigneto. In realtà, invece, i militari dell’Arma si sono accorti che nel terreno in questione della ex cava di contrada “Cazzola”, non vi era compost ma bensì rifiuti solidi urbani indifferenziati.
Dall’esame approfondito delle zolle di terreno, i Carabinieri hanno visto saltare fuori lattine, bottiglie di plastica, bidoni, ceramiche, laterizi, paraurti di automobili e persino ornamenti funerari di marmo. Nella circostanza, è intervenuto anche personale dell’ARPA, che ha prelevato in loco campioni di acqua, per verificarne le caratteristiche chimico-fisiche. Ultimati gli accertamenti, per le violazioni riscontrate, i Carabinieri hanno posto i sigilli alla vasta area in questione di circa 20.000 m.q., facendo scattare anche il sequestro delle macchine operatrici sorprese mentre stavano effettuando le illecite operazioni di interramento ed occultamento dei rifiuti. Oltre al sequestro dell’area in questione, con l’accusa di aver realizzato una discarica abusiva a cielo aperto, è scattata la denuncia all’Autorità Giudiziaria di un operatore sorpreso mentre stava manovrando una ruspa e di due amministratori della ditta che avrebbe dovuto svolgere le operazioni per colmare il vuoto della cava in questione.
Dall’esame approfondito delle zolle di terreno, i Carabinieri hanno visto saltare fuori lattine, bottiglie di plastica, bidoni, ceramiche, laterizi, paraurti di automobili e persino ornamenti funerari di marmo. Nella circostanza, è intervenuto anche personale dell’ARPA, che ha prelevato in loco campioni di acqua, per verificarne le caratteristiche chimico-fisiche. Ultimati gli accertamenti, per le violazioni riscontrate, i Carabinieri hanno posto i sigilli alla vasta area in questione di circa 20.000 m.q., facendo scattare anche il sequestro delle macchine operatrici sorprese mentre stavano effettuando le illecite operazioni di interramento ed occultamento dei rifiuti. Oltre al sequestro dell’area in questione, con l’accusa di aver realizzato una discarica abusiva a cielo aperto, è scattata la denuncia all’Autorità Giudiziaria di un operatore sorpreso mentre stava manovrando una ruspa e di due amministratori della ditta che avrebbe dovuto svolgere le operazioni per colmare il vuoto della cava in questione.