I giovani di oggi, nel romanzo “Iulia Capuleti L’alba delle emozioni” di Antonella Bruno

di Caterina Aletti

Antonella Bruno è una psichiatra e psicoterapeuta che nel suo lavoro si è occupata molto di adolescenti e di donne vittime di violenza di genere. È importante ricordare la sua esperienza lavorativa in questo contesto perché essa dà un valore aggiunto all’opera di narrativa che andremo a conoscere insieme dal significativo titolo: “IULIA CAPULETI L’alba delle emozioni”, editata dalla Aletti Editore. La storia, infatti, come in tutti i romanzi, è una storia di finzione, ma risulta assolutamente credibile, vera, e quindi coinvolgente, proprio perché appartiene al vissuto dell’autrice.

La Bruno esordisce come scrittrice nel 2011 con il libro di racconti “Tra l’India e via Toledo”, quindi abbastanza di recente, ma vanta già un curriculum robusto, costellato di importanti premi. La sua scrittura spazia tra più generi letterari. Scrive poesie, e ha perfezionato la sua conoscenza poetica frequentando i laboratori del poeta Giuseppe Aletti, che è anche il suo editore, del poeta Francesco Gazzè, che è l’autore di tutti i maggiori successi di Max Gazzè, del cantautore Giuseppe Anastasi e di Mogol. Ma non solo: la Bruno scrive fiabe, e testi teatrali (il teatro lo conosce molto bene, è un’altra delle sue grandi passioni ed è un argomento importantissimo con un compito fondamentale all’interno di questo romanzo).

Dopo questa breve ma fondamentale parentesi, possiamo entrare nel cuore della narrazione.

Il titolo del libro “IULIA CAPULETI L’alba delle emozioni” ci porta nel vivo del racconto, perché è di emozioni che si parla: delle prime emozioni nei giovani. All’inizio queste prime emozioni si presentano un po’ confuse e ingarbugliate, perché gli adolescenti non hanno ancora la conoscenza adeguata di sé stessi e si ritrovano a dover affrontare una fase di rapida trasformazione sia fisica che psicologica. Ma, pagina dopo pagina, grazie alla crescita emotiva dei personaggi, le emozioni si renderanno visibili – come l’alba richiamata nel titolo – e quindi saranno riconoscibili per i protagonisti che pian piano riusciranno a metterle a fuoco e ad esserne meno spaventati.

È quindi un romanzo sul mondo giovanile, che però guarda ai giovani da una prospettiva nuova. Il grande merito della Bruno è aver presentato un’opera fuori dal coro, che sfida i luoghi comuni sulla passività sociale dei giovani, sul loro degrado culturale e valoriale, e apre una riflessione sulla potenzialità dei giovani: quando la società (e in questo caso specifico la scuola) non viene meno al suo impegno educativo, coinvolgendo i giovani in un progetto, ecco che essi riescono ad esprimere le loro risorse.

Un breve accenno alla trama è utile: si tratta di un romanzo corale, quindi che segue le vicende di più personaggi, tra cui spiccano due figure in particolare: la prima è Eleonora Funcan, regista teatrale, che intraprende una sfida: è intenzionata a mettere in scena una versione riadattata di “Romeo e Giulietta” in una quarta ginnasiale, quindi reclutando gli attori tra gli adolescenti di oggi, che sembrano quanto di più distante dal poter interpretare quei ruoli. La Funcan è un personaggio dotato di una grande forza carismatica, che “osa la scommessa di guardare oltre l’apparente deriva culturale ed emotiva dei giovani di oggi”, come ha dichiarato la Bruno in un’intervista. La scelta controcorrente della regista dovrà scontrarsi però con lo scetticismo della preside, che in sostanza abbraccia le considerazioni stereotipate che dipingono le nuove generazioni come vuote, indolenti e disinteressate a tutto. Lo scontro verbale tra le due donne rappresenta la contrapposizione ideologica di due mondi e richiama alla mente la famosa contrapposizione tra apocalittici e integrati di Umberto Eco: da una parte c’è la preside che sposa le ragioni degli apocalittici che guardano con sfiducia e rassegnazione ai cambiamenti in atto nella società attuale, dall’altra la Funcan che sembrerebbe più schierata dalla parte degli integrati nel suo cercare un punto d’incontro con la cultura dei giovani. E avrà ragione la Funcan, perché i giovani non la deluderanno e mostreranno i vantaggi che la tecnologia offre con l’accessibilità del sapere, e sbizzarriranno la loro creatività anche reperendo materiale dal web.

E poi c’è Iulia, il personaggio cardine, attorno a cui ruota tutta la materia narrativa, che interpreterà il ruolo di Giulietta. La ragazza che, come reazione di difesa al dolore, ha congelato i propri sentimenti, inizia pian piano a sciogliersi grazie all’aiuto della regista e grazie al potere catartico del teatro. Perché il teatro, come ebbe a dire giustamente Paolo Grassi, “è fra le arti la più idonea a parlare direttamente al cuore”.

La messinscena dello spettacolo diventa una messinscena dei sentimenti e questo grazie alla personalità carismatica della regista che in tutta la narrazione cerca di spingere gli alunni a relazionarsi con i personaggi, a trovare dei punti di contatto per poterli interpretare in modo convincente; che poi saranno quei punti di contatto che dovranno cercare anche nella società, per potersi esprimere al meglio e occupare il proprio posto nel mondo.

Emerge l’immortalità delle grandi opere, quale appunto “Romeo e Giulietta”: un capolavoro che sfida il tempo, ancora in grado a distanza di secoli di parlare alle nuove generazioni e agli adolescenti, di aiutare nella conoscenza di sé stessi.

L’allestimento dello spettacolo prende man mano forma sotto gli occhi del lettore, e grazie a questa trovata narrativa, all’abilità dell’autrice e alla sua profonda conoscenza della scrittura teatrale, chi legge può sentirsi parte attiva della vicenda, conoscere concretamente il lavoro sul campo e apprendere con molta naturalezza come si monta una rappresentazione.

Inoltre, il libro compie incursioni in più discipline artistiche ed è ricco di citazioni di film, di canzoni, di opere teatrali, che saranno lo spunto per la realizzazione dello spettacolo, mostrando la grande capacità creativa dell’arte e l’importanza della commistione delle discipline artistiche che con il teatro è possibile realizzare. Il lettore potrà approfondire con propri studi, poi, autonomamente, gli stimoli che il libro sollecita.

Tutti questi elementi sono inseriti in modo spontaneo, senza intaccare in alcuno modo la leggerezza della narrazione; il libro è vivace e tocca tutte le corde dell’anima: è ironico, lirico e anche drammatico. Come tutti i buoni libri, esso crea un incontro con il lettore a più livelli, e per questo può essere letto da tutti. Il lettore meno esperto seguirà volentieri la trama accattivante e sarà agevolato dal linguaggio semplice, dal ritmo incalzante e anche dall’aspetto emozionale che è molto forte. Il lettore più attento potrà cogliere gli elementi appena indicati e ovviamente scoprirne di nuovi, di propri, dal momento che il testo è ricco di suggestioni.

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