Non scopro certo l’antimateria né aggiungo granché al dibattito centenario sul tema se scrivo che travalicare i limiti ed i fini precipui cui è preposta la scuola e in generale l’istruzione istituzionalizzata, tentando di aggiungere formazione da orientamento politico, è sconveniente ed a volte drammatica operazione in cui scadono certi docenti e dirigenti. Certamente difficile appare per chi è incaricato di fornire prestazioni da precetto l’autocensura dei propri pensieri e delle relative consequenziali opinioni, ma arrivare ad una vera e propria programmazione di attività che di didattico nulla riescono ad elargire significa porsi di fronte ad un rischio degenerativo gravissimo, soprattutto se la scuola è pubblica. Il sospeso Sindaco di Riace Mimmo Lucano ha tutto il diritto di difendersi dai gravissimi addebiti mossigli dalla Procura della Repubblica, almeno finché resiste in questo Paese lo Stato di Diritto, oggi gravemente preso d’assalto. È sua rispettabilissima scelta strategica apparire in ogni dove a manifestare la propria innocenza; e lungi da questa parte anche solo l’idea di colpevolizzare chicchessia con processi mediatici sommari. Troppi ne vediamo quotidianamente, sentenziati da pulpiti di cartapesta. Uno Stato che voglia dirsi democratico consente al peggior criminale la più strenua difesa in ordine alla Legge sovrana e sbaglia persino chi nega la possibilità di non condividere precetti e statuizioni assunti anche in via definitiva dall’Ordinamento Giudiziario. Rispetto ed osservanza non significano necessariamente condivisione contenutistica. Certo, in una Italia che registra posizioni assurde come quella che vorrebbe alcuni Sindaci “capaci” di disapplicare una Legge dello Stato, emanazione della volontà parlamentare e quindi popolare, ci si può aspettare di tutto. Perfino che qualche poco avveduto ed imprudente assessore comunale utilizzi il suo delicatissimo doppio ruolo istituzionale ma stavolta da dirigente scolastico per allargare il proprio raggio di azione politico divulgativa e rischiare di scadere in quell’indugio vecchio come la rivoluzione ottobrina che si pronuncia “indottrinamento”, metodica azione di persuasione volta al tentativo di condizionare le menti di giovani donne e uomini in aula per istruirsi e formarsi esclusivamente sotto il profilo culturale e tecnico. Un aleatorio “vizietto” che alcuni personaggi della sinistra italiana non possono fare a meno di tramandarsi di generazione in generazione, una elaborazione concettuale ben introiettata e digerita a tal punto da divenire pericolosa proiezione pedagogica, allarmante e disarmante scongiuranda arma nelle mani chi di chi ben altra prudenza dovrebbe invece utilizzare nello svolgere due delicati ruoli istituzionali, quali quelli in capo alla Sig.ra Anna Nucera, caduta anch’essa nella tentazione di sconfinare nel suo ideologico viaggio, verso quelle fredde ma evidentemente mai dimenticate tristi pagine del passato.
Il Coordinatore Provinciale
Ernesto Siclari