La “SUPERBIA” è IL PRIMO dei sette vizi capitali e, ormai in maniera evidente, dimora in maniera fissa a Palazzo San Giorgio da quasi un lustro. Infatti, il giovane Falcomatà, dopo il paragone irrispettoso con il grande Alessandro Magno, irrispettoso nei confronti del condottiero macedone ovviamente, si lancia in una campagna politica assurda contro i principi giuridici di democrazia e libertà su cui si fonda la nostra Repubblica. Nel goffo tentativo di indispettire il Ministro dell’Interno Salvini, in un salotto televisivo nazionale, pone l’amministrare la città di Reggio Calabria come un essere in trincea, paragonandola quasi ad un “bronx”, e lasciando intendere che la sua è una missione ad alto rischio in cui non c’è spazio per i timori e le paure. Ora, lasciando perdere l’aspetto grottesco delle frasi pronunciate, è bene ricordare a “Falcomatà il superbio” che Reggio non è il bronx e lui non è il sindaco Rudolph Giuliani, il repubblicano della famosa “tolleranza zero”. Scagliarsi contro Salvini per il Decreto Sicurezza, raro esempio di buon risultato raggiunto da questo pessimo governo, vuol dire andare contro gli interessi dei propri concittadini. E’ anche vero, ed in più occasioni, che proprio “Falcomatà il superbio” ha precisato di non essere il sindaco di tutti i reggini ma, anzi, di solo quelli che lui, e la sua pessima giunta comunale, giudica onestamente meritevoli. Il giovane sindaco ha sicuramente dimenticato quando lui stesso denunciava una situazione sbarchi ed una collocazione immigrati al collasso, con ripercussioni gravi anche per l’ordine pubblico e la sicurezza dei reggini. Ma ormai siamo abituati al garantismo ad orologeria del Pd e così, quello che per altri sindaci coscienziosi e ligi al proprio mandato è uno strumento legislativo eccezionale per fronteggiare il diffondersi dell’illegalità e dell’insicurezza sociale, per altri diventa la ghiotta occasione per inscenare un teatrino di chiara matrice politico-elettorale. Forza Italia, che sicuramente non sostiene questo governo giallo-verde, ha saputo superare l’ideologia politica che gli appartiene, esprimendo il proprio voto favorevole in aula al decreto sicurezza, ritenendolo un ottimo strumento preventivo e repressivo per la sicurezza degli italiani. Questo vuol dire essere liberali e democratici, difendere gli interessi dei cittadini anche quando le idee arrivano da partiti diversi dal proprio. Un concetto che però non appartiene a Falcomatà ed ai suoi amici sindaci, tutti del PD chiaramente, che oggi tramano contro il Capo del Viminale e dichiarano di voler violare una legge dello stato voluta e votata dal Parlamento italiano. Vergogna della democrazia, altro che disobbedienza civile. Trascinare i reggini, dopo averli mortificati paragonandoli agli abitanti di un quartiere delinquenziale, ed essersi elevato egli stesso a difensore temerario dei valori assoluti di legalità e sicurezza e di caritatevole misericordia cristiana, in chiaro contrasto con il Ministro dell’Interno ed in spregio alle leggi del nostro Paese, è chiaramente la quinta essenza della “superbia” irresponsabile. Non oso immaginare cosa potrebbe accadere nelle nostre città ogni qual volta una parte politica non accetta le leggi votate dal Parlamento solo perché non sono congeniali al proprio credo o, come in questo caso, alle proprie becere esigenze elettorali. Oggi, attacca un Ministro che è riuscito a fronteggiare il problema immigrazione e mettere un freno all’illegalità sempre più diffusa che nelle nostre città sta prendendo sempre più piede. È bene che il “sindaco superbio”, non trascini tutta una città nell’illegalità e cerchi di frenare le sue manie di esibizionismo, tornando al silenzio anonimo che spesso, molto spesso, fa apparire le persone più intelligenti di quello che sono. Ma se il buon senso non dovesse tornare a Palazzo San Giorgio, e questa assurda vicenda dovesse in qualche modo concretizzarsi, invito fin da oggi il rappresentante del Governo, il signor Prefetto della Città, a voler mettere in atto con immediatezza la procedura prevista per questi casi, riponendo la condotta amministrativa comunale nei consoni canali di legalità e rispetto delle leggi. A Reggio Calabria il sindaco potrebbe essere “sfrattato” prima del previsto…!
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