Il suicidio a Canicattì del carabiniere G.T., lascia sgomenti. Aumentano i militari che si tolgono la vita in caserma e questo dovrebbe far scattare l’allarme nelle istituzioni. Turni di lavoro insostenibili che si vanno a sommare a condizioni di lavoro oltre l’umana concezione, oltre agli episodi di nonnismo ancora non affrontati alla luce del sole. Serve una azione forte e decisa in un settore fondamentale per la sicurezza dei cittadini, ma anche la presenza in loco, in tutte le caserme di un sostegno psicologico per prevenire momenti di abbattimento, oltre al semplice sostegno alle nostre forze dell’ordine. Non mettiamo la testa sotto la sabbia, è in gioco la vita dei nostri militari. Così la criminologa Antonella Cortese.
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