Presidente, Ancors è protagonista nel campo della sicurezza, dell’ambiente e della formazione. Da cosa è nata?
Ferrara – A.N.CO.R.S nasce nel 2009, dall’incontro di un gruppo di professionisti, – amici – , che decidono di costituire una associazione professionale di categoria affinché sia dato un giusto riconoscimento alle attività consulenziali del settore e agli RSPP che, all’indomani dell’emanazione del D. Lgs. 81/08, non avevano ancora un solido riconoscimento come vere e proprie attività professionali.
Associazione professionale e sindacato, può precisare la missione di Ancors?
Ferrara –E’ presto detto. L’obiettivo è semplice: la diffusione della cultura della prevenzione e della sicurezza, non soltanto nei luoghi di lavoro attraverso eventi di varia natura che, avvalendosi anche di esempi pratici, di operazioni di formazione e informazione dirette ai lavoratori, così come di fiere rivolte ai professionisti del settore. Un impegno che rivolgiamo anche ai comuni cittadini che desiderano ampliare le proprie conoscenze al riguardo, con convegni e seminari informativi o momenti ludici quali spettacoli a tema che si rivolgono ad una platea ampia. Tutto questo per arrivare a formare coscienze e sensibilizzare un sempre maggior numero di persone, – lavoratori -, riguardo al fatto che la sicurezza non è e non può essere concepita soltanto come un adempimento noioso in quanto obbligo, ma anche, e soprattutto, come un diritto, il diritto di operare in sicurezza salvaguardando la propria salute.
La diffusione della cultura della sicurezza è un punto centrale sul quale avete promosso molte delle vostre iniziative, anche inusuali. Qual è il bilancio?
Ferrara –La situazione della sicurezza nel nostro Paese ha segnato situazioni di allarme preoccupanti. Le statistiche parlano chiaro: ogni giorno, almeno 3 persone muoiono sul posto di lavoro e almeno 9 nel percorso per raggiungere il posto di lavoro.
Di pochi giorni fa è la notizia che il 2018 è stato un anno nero per quanto riguarda le morti sul lavoro, un passo indietro nella preistoria della cultura della sicurezza.
Ci sono leggi che affrontano il tema. Non sono sufficienti?
Ferrara –Un Paese che sta cercando di rilanciare la propria crescita non può fare affidamento soltanto su leggi che, per quanto giuste, si basano su sanzioni severe equiparando le grandi realtà aziendali alle piccole e medie imprese che, come ben sappiamo, sono l’ossatura fondante (e sofferente in alcuni casi) della sua economia. Si deve puntare su azioni semplici e concrete avendo come obiettivo principalmente lo smantellamento di una certa cultura obsoleta dell’operare che si fonda su metodi consolidati, soprattutto se verificati come inefficaci.
Voi che progetti avete messo in campo?
Ferrara –Attraverso le operazioni messe in atto negli anni da A.N.CO.R.S, in particolar modo il Progetto Sicura-Mente, avviato in collaborazione con INAIL a partire da Gennaio 2018, abbiamo toccato con mano l’esigenza, da parte dei datori di lavoro e dei lavoratori, di un cambio di direzione. Si tratta di lavorare nel solco della formazione e della partecipazione collettiva agli eventi che diffondono la cultura della sicurezza. Abbiamo avuto molte adesioni da settori come edilizia e agricoltura, particolarmente toccati dagli infortuni.
Dalla formazione a eventi inusuali per un tema così serio. Come sono i risultati?
Ferrara –E’ vero abbiamo affrontato una proposta di riforma e di semplificazione della normativa vigente, ma anche l’importanza del modo di comunicare la sicurezza con metodi che siano semplici, diretti, alternativi alla lezione ex cathedra. Questo anche raccontando le nostre esperienze personali come nel caso degli spettacoli teatrali e del concerto di Mogol, tenuti in Sicilia nel mese di Luglio 2018 nell’ambito delle manifestazioni programmate per il Progetto Sicura-Mente riscontrando sempre altissima partecipazione.
Ma è stato in occasione della fiera Ambiente Lavoro 2018, a Bologna, che abbiamo avuto un ulteriore riscontro. Infatti, con 22 convegni, e più di 26 ore di formazione erogata, abbiamo registrato più di 1600 presenze. E questi sono dati che parlano da soli.
Un bilancio decisamente positivo. Quando anche sul piano dei risultati, ovvero la riduzione degli infortuni gravi e mortali, avremo raggiunto numeri significativi potremo dire di avere centrato appieno i nostri obiettivi.
Formazione e diffusione della cultura della sicurezza nelle scuole di ogni grado fino all’università. Che rapporti avete con le istituzioni e con il Miur?
Ferrara –Da alcuni anni abbiamo avviato una collaborazione con le scuole dell’infanzia e primarie con gli A.N.CO.R.S. Lab, i nostri laboratori didattici che rivolgendosi ai bambini, attraverso il gioco e gli esempi pratici hanno come obiettivo lo sviluppo di una coscienza critica volta al riconoscimento dell’ambiente circostante e dei pericoli ad esso connessi. Crediamo che la cultura della sicurezza vada fatta crescere a partire dalle giovani menti che sono naturalmente predisposte all’apprendimento, per formare i lavoratori di domani.
I risultati si toccano con mano, come abbiamo potuto constatare nella pratica in moltissime scuole di tutto il territorio nazionale. I bambini sono attenti e, in più, divertendosi, raggiungono gli obiettivi prefissati con facilità.
C’è un costo per lo Stato?
Ferrara –Ci preme sottolineare che tali laboratori non sono onerosi per lo Stato, essendo il progetto completamente autofinanziato. Con le Istituzioni, abbiamo un ottimo rapporto, in particolare con la Presidenza della Commissione Istruzione della Camera, con alcuni membri della Commissione Istruzione del Senato e con lo stesso Ministero, a cui abbiamo proposto un protocollo d’intesa, per estendere a tutte le scuole gli ANCORS LAB.
Recentemente avete avanzato una proposta di riforma e semplificazione della normativa vigente. In cosa consiste e come è stata accolta dal legislatore?
Ferrara –Per rispondere a questa domanda bisogna tenere conto di quella che è la realtà produttiva del nostro Paese. L’Italia, infatti, si fonda su un sistema di piccole e micro imprese in cui spessissimo datore di lavoro e lavoratore coincidono.
Ma quando ci si confronta con le norme, a partire dagli indirizzi comunitari per arrivare a quelli nazionali, ci si accorge che la burocratizzazione, che si è innestata sull’istanza sacrosanta della prevenzione, mette tutti sullo stesso piano, piccole aziende, micro e grandi realtà. Esiste una quantità esagerata di adempimenti, protocolli e procedure. Ma come detto non tutte le realtà sono uguali. Ci sono aziende con consigli di amministrazione, strutture aziendali, uffici tecnici con compiti specialistici. Ma esistono anche, e sono tantissime, realtà formate dal datore di lavoro con pochi, anche un solo dipendente, per lo più rappresentante di se stesso.
Non possiamo equiparare un piccolo parrucchiere di periferia che utilizza prodotti chimici come tinture e permanenti all’azienda chimica che li produce. O una piccola autofficina all’angolo della strada alla multinazionale che esporta auto in tutto il mondo.
Dunque qual è la vostra proposta?
Ferrara –La nostra proposta di semplificazione è diretta all’alleggerimento dei formalismi e della burocrazia specificamente per le piccole imprese, in particolare con la creazione di una Agenzia dedicata che, essendo più vicina a tali realtà, possa fare da cabina di regia e da portavoce relativamente alle difficoltà specifiche di comunicazione con i diversi interlocutori. A tale proposito, abbiamo già avviato alcuni incontri con esponenti dell’attuale Governo, i quali si sono mostrati molto sensibili alla tematica e ci auguriamo che nel prossimo futuro le nostre idee e gli sforzi congiunti possano portare i risultati desiderati. Quello che auspichiamo sono sinergie significative a livello istituzionale nella direzione della prevenzione e della salvaguardia della salute dei lavoratori.
Fonte: tribunapoliticaweb.it – giornalepartiteiva.it