Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo un decreto di confisca emesso dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del locale Tribunale nei confronti di D. W. (classe 1958), di sua moglie B. C. (classe 1962) e dei figli F. (classe 1986) e A. (classe 1988), all’esito di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica capitolina, che hanno permesso di accertare la netta sproporzione tra il patrimonio accumulato e i redditi dichiarati dai componenti della famiglia.
La confisca, eseguita dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, ha ad oggetto il capitale sociale e il patrimonio di cinque società, rapporti finanziari e immobili di pregio direttamente o indirettamente riconducibili ai quattro proposti, per un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro.
Tra i beni figurano tre ville a Fiano Romano (RM), un appartamento nella zona di Ponte Milvio a Roma e due abitazioni ad Alba Adriatica (TE), liquidità per più di oltre 5,5 milioni di euro depositate su diversi conti correnti, uno dei quali acceso presso un istituto di credito di San Marino, nonché il marchio di elettronica “D.”.
Come sottolineato dal Tribunale nel provvedimento, i membri del nucleo familiare – tratti in arresto tra il 2012 e il 2013 – erano dediti, “attraverso distinte compagini sociali, alla commissione di condotte delittuose produttive di reddito illecito quali una serie di bancarotte fraudolente e frodi fiscali”. In particolare, attraverso l’interposizione di società sammarinesi, la famiglia D. ha gestito imprese operanti nel settore del commercio all’ingrosso e delle vendite on line di prodotti tecnologici, distraendone il patrimonio anche mediante il trasferimento di ingenti fondi all’estero, prima di intestarle, in stato di decozione, a compiacenti “prestanome”.