Il decreto di sequestro dei beni anticipato, finalizzato alla confisca, ex artt. 20 e 24 D.Lgs 159/2011, quale Misura di Prevenzione Patrimoniale, emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, è arrivato a conclusione di indagini patrimoniali, svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, che hanno consentito di rilevare come i fratelli disponessero di beni e avessero un tenore di vita del tutto sproporzionato rispetto al reddito percepito e dichiarato, tanto da far ritenere che tali risorse economiche costituiscano provento o reimpiego di attività delittuose.
Il procedimento di prevenzione è scaturito dall’esito degli accertamenti patrimoniali svolti nell’ambito di un’indagine, condotta nel periodo 2013-2016 dal Nucleo Investigativo di Via in Selci, che ha consentito di accertare l’esistenza in Roma di un’organizzazione criminale di tipo mafioso, dedita anche al narcotraffico, capeggiata dai citati fratelli, figli di uno storico esponente del clan camorristico LICCIARDI di Napoli – Secondigliano, il cui nucleo familiare si era stabilito dapprima a Nettuno e successivamente trasferito nella Capitale. Il 21 marzo 2018 sono state eseguite 19 ordinanze di custodia cautelare.
Il sequestro di oggi riguarda, un appartamento e due box a Roma, un locale commerciale ubicato a e Nettuno, un natante, diverse società, alcune fittiziamente intestate, circa 20 rapporti finanziari aperti presso istituti di credito e società di gestione risparmio in diverse regioni italiane, il tutto per un valore complessivo stimato di circa un milione di euro.