Il provvedimento restrittivo scaturisce dall’indagine, coordinata dal sostituto Procuratore Dott.ssa Rita Barbieri, avviata dalla Stazione Carabinieri di Montalbano Elicona nel mese di aprile del 2018, a seguito della denuncia – querela presentata dall’anziana vittima e dalla nipote, che hanno denunciato di essere vittime di una truffa ad opera del legale e si collega con le indagini che avevano portato all’arresto, avvenuto nel marzo 2018, di un uomo, responsabile di truffa aggravata ai danni di una coppia di anziani coniugi, residenti a Basicò, il cui figlio era scomparso nel 1993 all’età di 20 anni, poiché rimasto vittima di omicidio col metodo della lupara bianca, ad opera di esponenti della famiglia mafiosa barcellonese.
Le indagini svolte dai Carabinieri di Montalbano Elicona, attraverso l’acquisizione di testimonianze, riscontri documentali ed accertamenti sul traffico telefonico, hanno fatto emergere come C.S., approfittando del rapporto fiduciario ultraventennale con la vittima, le abbia fatto sottoscrivere, nell’anno 2016, con atto pubblico, una procura per l’incasso in suo favore di due polizze assicurative, del valore di circa 5 mila euro ciascuna, accese dalla vittima, nel 2001, presso una banca del luogo, facendole credere che le avrebbe restituito il denaro del quale, invece, si impossessava, versandolo sulla sua carta postpay per un importo complessivo, comprensivo degli interessi maturati, di oltre 15.500 euro.
Con il trascorrere del tempo, l’anziana donna ha richiesto ripetutamente all’avvocato la restituzione del denaro che questi diceva di avere investito, sostenuta e spronata in questa legittima richiesta dalla nipote. Il legale, comprendendo che la giovane stava aprendo gli occhi della zia incrinando la fiducia che questa aveva riposto in lui, per non restituire il denaro che si era ingiustamente intascato, ha minacciato telefonicamente la giovane rivolgendole frasi dal contenuto intimidatorio per costringerla a non intromettersi nelle vicende relative al riscatto delle polizze e per evitare che le due donne si potessero rivolgere ad un altro avvocato per recuperare il denaro sottratto.
C.S. è stato rintracciato nel comune di Melito Porto Salvo (RC) ed, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la propria abitazione di Barcellona Pozzo di Gotto e sottoposto alla custodia cautelare degli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.