Comando Provinciale di Agrigento – Favara (Ag), 17/11/2018 12:15
Carabinieri Agrigento. Scoperta coltivazione “fai da te” a Favara (Ag). Sequestrate 14 piante di “Marijuana”, del peso complessivo di oltre sette etti. Nelle ultime ore, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Agrigento, durante un servizio di osservazione svolto a Favara, hanno sorpreso fuori dalla sua abitazione un giovane 25 enne attualmente sottoposto alla detenzione domiciliare, contestandogli dunque il reato di evasione.
Subito dopo, notando un certo nervosismo del giovane, i militari hanno deciso di approfondire il controllo, facendo scattare un blitz anche all’interno del domicilio dell’interessato.
Dopo aver ispezionato ogni angolo della sua unità abitativa, in una adiacente pertinenza dell’immobile, i Carabinieri hanno scovato una sorta di mini serra artigianale di piante di “Marijuana”, con tanto di lampade e ventilatore, per accelerarne lo sviluppo e la maturazione. Inoltre, i militari dell’Arma hanno sequestrato tutto quel materiale utile alla crescita delle piante tra cui fitofarmaci e terriccio. Poco prima di tornare in caserma, infine, i Carabinieri hanno notato qualcosa di anomalo sul contatore della luce dell’abitazione in questione.
Ed infatti, nel corso delle successive verifiche, è saltato fuori anche un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica, che consentiva all’uomo di rifornirsi gratis di luce. E così, sono subito scattate le manette ai polsi di un 25enne favarese, con l’accusa di “Coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti”, “Furto aggravato” ed “Evasione”. L’Autorità Giudiziaria ha disposto che il giovane venga ristretto agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida. Non è questo il primo caso di coltivazione “fai da te” che è stato recentemente scoperto dai Carabinieri. Qualche giorno fa, infatti, nel paese di Ravanusa (Ag) era finito in manette un intero nucleo familiare, i cui componenti erano stati sorpresi con una mini piantagione di marijuana all’interno della loro abitazione, sfruttando, anche in questo caso, un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica.