Direttore Agenzia Beni Sequestrati: così controllo e risultati
(DIRE) Reggio Emilia, 9 Nov. – Una sorta di “holding” in cui raggruppare le aziende tolte alle mafie per migliorarne, con una governance unitaria, il controllo e la capacità di risultati imprenditoriali. E’ il progetto che bolle in pentola nella , l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Ad annunciarlo e’ il suo direttore entrato in carica agli inizi di maggio del 2017, l’ex prefetto di Bologna Ennio Mario Sodano. Parlando a Reggio Emilia ad un convegno sul tema organizzato dall’Ordine dei commercialisti reggiani, Sodano spiega: “Sul tema delle aziende bisogna intervenire, ma fare anche distinzione e pulizia fra i numeri, perchè sono emblematici, ma non sempre dicono la verità e spiegano le cose”. Continua il prefetto: “Come Agenzia abbiamo circa 2.700 aziende confiscate, il che fa dire a molti che sono li’ e vanno in malora e che la mafia da’ lavoro e lo Stato lo toglie, mentre in realtà non è assolutamente così”. Infatti “di queste 2.700 aziende molte non hanno mai fatto attività di impresa, molte erano già da liquidare all’epoca del sequestro, molte erano aziende mafiose e quindi stavano sul mercato perchè usavano metodi mafiosi: e’ evidente che quelle aziende non possono più stare sul mercato”. Fatta la tara di tutto questo, prosegue Sodano, “noi riteniamo che le aziende che fanno effettivamente attività di impresa sono circa 550 e cioè quelle che hanno presentato bilanci negli ultimi tre, quattro anni”.
Per dare vita e gambe alle vere aziende sottratte alla criminalità, dice Sodano, “abbiamo un progetto per dare una spinta innovativa e andare avanti, che consiste nella realizzazione di una sorta di ‘holding’, un soggetto rete che dovrebbe riunire tutte queste aziende in un’unica governance, con regole uguali per tutti. Quindi tutte le aziende del gruppo faranno il bilancio in un certo modo, le direttive saranno unitarie e questo ci consentirà di esercitare anche un controllo migliore, perchè non dovremo controllare la singola bottega di Andria o Canicattì, ma controlleremo la holding, che a sua volta avrà la responsabilità sia amministrativa, ma anche contabile e imprenditoriale di produrre dei risultati”. Il direttore dell’Agenzia, fa poi il punto sul lavoro svolto negli ultimi due anni sottolineando come, rispetto ai beni immobili delle mafie destinati ad altro uso “abbiamo già una prassi che ci ha consentito di fare grandi passi in avanti anche se non tutti se ne sono resi conto. Abbiamo un’informatizzazione pressochè totale dei nostri dati, se avessimo anche quella degli organi della giustizia saremmo un gran pezzo avanti”. Però già questo strumento informatico insieme alla Conferenza dei servizi, aggiunge Sodano, “ci ha consentito di incrementare molto la nostra efficienza”. A testimoniarlo sono sempre i numeri, in questo caso poco interpretabili. “Fino a quattro o cinque anni fa- conclude il prefetto- fa destinavamo 400 o 500 immobili all’anno. Lo scorso anno e questo ne destiniamo più di 2000”. (Cai/Dire) 13:52 09-11-18